
Non sono stati pagati i 500 euro dell’una tantum previsti da un accordo nazionale sul trasporto "L’azienda fa ciò che vuole senza un minimo coinvolgimento delle parti sociali e dei lavoratori".
I soldi di una misura contrattuale una tantum della busta paga non arrivano, ma i lavoratori e le Rsu di Conerobus lo scoprono a giochi fatti. La cifra, circa 500 euro, doveva transitare nei conti dei dipendenti della principale azienda del Trasporto pubblico locale delle Marche dal Ministero attraverso la Regione e il pagamento era previsto per giovedì. Proprio giovedì era stata fissata un’assemblea tra la dirigenza di Conerobus e la rappresentanza sindacale unitaria, ma una volta appreso del mancato pagamento, senza alcuna anticipazione da parte dell’azienda, l’incontro è saltato ed è subito scattato lo stato di agitazione: "Siamo di fronte a un fatto grave e mai successo prima – si legge in una nota diffusa ieri dalle segreterie regionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal – Non è stato rispettato un accordo nazionale che prevede il pagamento dell’una tantum nella busta paga del mese di marzo. Ci risiamo, dopo dieci mesi dal tavolo in prefettura nel giugno scorso, siamo di fronte alle stesse problematiche: Conerobus fa ciò che vuole senza un minimo coinvolgimento delle parti sociali e dei lavoratori. Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie delle aziende marchigiane, compresa Conerobus, per questo ci saremmo aspettati un tempestivo incontro per poter chiarire problemi e strategie. Senza preavviso, al contrario, si è sottratta da un obbligo contrattuale nazionale lasciando i lavoratori senza un loro diritto. Vicesindaco Zinni, non era lei che chiedeva maggiore coinvolgimento e confronto con le organizzazioni sindacali? Che fine ha fatto quanto promesso?". La situazione di Conerobus è molto seria: "Servono investimenti – si chiedono le segreterie sindacali – ma il Comune di Ancona, socio di maggioranza, la Regione e la Provincia che progetti hanno? La Regione Marche riuscirà a ottenere più risorse per il Tpl oppure rimarremo sempre ultimi nella ripartizione del fondo nazionale, con costi che variano da poco più di 1,20 euro a 2,40 al Km mentre altre regioni prendono anche 6 euro al km?".
A breve, forse già prima di Pasqua, sarà annunciato il Direttore generale, un incarico controverso alla luce della permanenza nel ruolo di Amministratore delegato di Giorgio Luzi: "Ciò che fa più male è sentir parlare dell’imminente arrivo di un nuovo dirigente: con quali soldi, se l’azienda non riesce a pagare neanche un diritto di lavoratori e lavoratrici?" concludono i sindacati di categoria.
Pierfrancesco Curzi