Ancona, 13 dicembre 2024 – Finti investimenti per una truffa milionaria. La ex broker radiata Prisca Carletti, 49 anni, osimana, voleva patteggiare e risarcire le vittime del 6% delle cifre denunciate per la vicenda degli oltre 30 beffati a cui avrebbe promesso guadagni sicuri affidandole i risparmi di una vita. Un risarcimento di 230mila euro complessivo su quasi 4 milioni di euro che avrebbe distratto alla sua clientela. Il patteggiamento è stato avanzato ieri mattina in udienza preliminare, davanti al giudice Alberto Pallucchini, dai difensori dell’indagata, gli avvocati Dino Latini e Cristina Angeloni. La Procura si è opposta e il giudice ha respinto la richiesta.
La difesa ha quindi chiesto di procedere con il giudizio abbreviato che, in caso di condanna, ridurrebbe la pena di un terzo. Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 22 gennaio anche per la decisione sull’ammissione delle parti civili che sempre ieri hanno presentato la richiesta di costituirsi ciascuna con i propri avvocati. Sono una trentina i beffati che hanno avanzato la richiesta. Tra le parti civili che hanno chiesto di costituirsi c’è anche il mental coach Roberto Re per cui l’osimana era referente per Marche, Abruzzo e Umbria.
Parte dei soldi che la ex broker si sarebbe trattenuta sarebbero finiti, stando alle accuse, nelle casse di due società riconducibili a Re. Il noto mental coach però non ne saprebbe nulla. In un articolato giro di denaro, tutto da dimostrare, Prisca avrebbe utilizzato il denaro per stipulare contratti da parte di ignari utenti (i beffati) per seguire le lezioni di Re e per incassare così le provvigioni (quasi il 50% dell’importo).
Una ventina di persone avrebbero pagato i corsi a loro insaputa per oltre 330mila euro. Il coach ha preso le distanze su tutto e si considera tra i danneggiati. Tra chi è rimasto beffato anche un prete, don Domenico Sgalla, a cui sono stati sottratti quasi 2 milioni di euro, probabilmente la cifra più alta tra i danneggiati.
L’indagine della guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Rosario Lioniello e dall’aggiunto Valentina D’Agostino, con l’attenta analisi della moltitudine di dati informatici e documentazione cartacea sequestrati e scandagliati dalle fiamme gialle, ha portato alla luce l’utilizzo dello schema “Ponzi” per cui ad investitori iniziali vengono promessi cospicui guadagni che in un primo momento vengono garantiti dalle somme versate da nuovi ignari clienti della promotrice finanziaria e così via via per i successivi nuovi investitori fino a quando però lo schema finanziario collassa e si palesa la truffa perché i soldi non ci sono già più.
Il denaro contestato dalla Procura, i quasi 4 milioni di euro spariti, sarebbero confluiti su decine di conti correnti dell’imputata, di società riconducibili a lei stessa e su “wallet”, portafogli elettronici creati su particolari piattaforme di network marketing. La ex broker avrebbe creato e gestito diversi account digitali registrati su network di vendita dove sono stati virtualmente generati voucher di spesa poi utilizzati per spese personali.
I primi esposti dei truffati sono arrivati alla guardia di finanza nel 2018 e nel 2023 la Procura ha chiuso le indagini chiedendo poi il processo per Prisca per abusivismo finanziario, auto-riciclaggio e truffa aggravata. Durante le indagini sono state perquisite sia l’abitazione della broker radiata che il suo ufficio ad Osimo rinvenendo computer, telefoni cellulari e molti fascicoli utilizzati nella presunta attività illecita.