Deriso, offeso e anche picchiato. E’ successo a un 13enne di un scuola Media di Ancona che invece di chiudersi a riccio, subendo i soprusi che un gruppo di bulli aveva attuato da mesi su di lui, ha preso coraggio raccontando ai suoi genitori quello che subiva in classe e fuori. I familiari hanno contattato subito la polizia per denunciare gli episodi di bullismo prima che la situazione si facesse più grave. Ma non è stato l’unico caso. Ad ottobre la polizia è intervenuta nello stesso istituto scolastico dopo un’aggressione subita da un altro minorenne ad opera di un coetaneo. Sempre ad ottobre il questore ha emesso un ammonimento a due 14enni per cyberbullismo. Avrebbero minacciato un 15enne con messaggi telefonici anche di morte. Dopo la morte del 15enne Leonardo Calcina, avvenuta un mese fa a Senigallia, arrivato a togliersi la vita perché avrebbe subito atti di bullismo in classe, qualcosa sta cambiando. Leonardo ha lasciato il segno tra le famiglie di ragazzini in età scolare. Al primo segnale i genitori del 13enne si sono rivolti alla questura. Il questore Cesare Capocasa ha emesso in questi giorni 5 provvedimenti di ammonimento nei confronti dei bulli della scuola per arginare le loro condotte prepotenti. Il 13enne è stato vittima di atti di sopraffazione, oppressione fisica e psicologica, commessi da ragazzini minorenni come lui, suoi coetanei, in modo intenzionale e ripetuto nel tempo. Gli sbruffoni, anche loro tutti 13enni, potrebbero anche rimetterci l’anno scolastico visto che il loro comportamento andrà ad incidere sul voto di condotta finale.
La preside della scuola, ancora prima che intervenisse la polizia, aveva già preso provvedimenti nei confronti dei ragazzi. Senza un preciso motivo i bulletti hanno iniziato a prendere di mira il 13enne, per cose banali, i vestiti indossati, il suo modo di parlare, di camminare. Ogni giorno, dall’inizio della scuola (settembre) ne avevano una diversa per prenderlo in giro, mortificandolo davanti agli altri compagni e anche davanti agli insegnanti. Le docenti, sentite dagli agenti della divisione Anticrimine che hanno avviato una indagine dopo la denuncia del genitore della vittima, hanno confermato quanto dichiarato dal ragazzino per le vessazioni subite, sottolineando la situazione piuttosto generale e difficile in cui si trova il loro istituto, frequentato da ragazzi di varie etnie e la cui convivenza risulta spesso difficile.
Il genitore si è presentato alla polizia dopo che ad ottobre scorso il figlio era stato picchiato. Ha raccontato gravi atti di bullismo che il figlio subiva dai compagni di classe e da altri dell’istituto. Un gruppo che faceva squadra tra di loro, per minacciarlo e intimidirlo. Il 13enne aveva ormai il terrore di andare a scuola e aveva modificato anche le sue abitudini di vita per non incontrare i bulli. Un giorno il padre è dovuto andarlo a prendere in classe dopo che uno studente di un’altra sezione lo aveva deriso piombando nella sua classe quando c’era ancora l’insegnante presente.
"La scuola è l’architrave sul quale poggia la società – ha commentato il questore Capocasa – L’appello rivolto agli studenti è a non girarsi dall’altra parte, ma quello di essere i lampioni sulla strada della legalità".