Vertenza Beko e quasi 400 esuberi solo a Fabriano, il sindaco Ghergo torna all’attacco: "L’azienda ritiri il piano industriale o si eserciti il golden power: il nostro Paese non può perdere il know how che ci ha reso leader in Europa". Dopo il summit di martedì a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra Governo, parti sociali, istituzioni locali e i rappresentanti di Beko Europe e di fronte alla conferma del piano industriale da parte di Beko, con 1900 (1.935, ndr) esuberi suddivisi tra i siti di Fabriano, Comunanza, Siena a Cassinetta, il primo cittadino è intransigente.
"Il piano proposto da Beko – afferma Ghergo - è stato unanimemente ritenuto irricevibile. Non è serio che una multinazionale dopo pochi mesi dall’acquisizione di Whirlpool presenti un piano di esuberi anziché di investimenti volti ad aumentare la produzione. Bene ha fatto il Ministro Urso, coadiuvato dalle organizzazioni sindacali e da tutte le istituzioni locali presenti, a pretendere la presentazione di un nuovo progetto industriale di sviluppo e tutela dell’occupazione. In mancanza, il Ministro ha preannunciato l’applicazione del Golden Power, con le relative sanzioni. Il sito produttivo di Fabriano verrebbe colpito da 400 licenziamenti, suddivisi tra lo stabilimento di Melano, il centro di ricerca e sviluppo e gli uffici amministrativi. Per il distretto fabrianese sarebbe una catastrofe, che, unita alla chiusura di Giano Srl da parte di Fedrigoni, avrebbe conseguenze devastanti per l’intera area".
Lo stesso ministro Urso ha parlato di "piano commerciale, non industriale" e ha richiamato Beko a rivedere i contenuti esposti e definire investimenti più consistenti, trovando disponibilità dalla direzione aziendale. Prossimo round in ministero entro il 15 gennaio. "Fabriano – aggiunge Ghergo - è stata leader europea del settore del bianco con il gruppo Merloni, potendo contare su professionalità altamente qualificate che, secondo il piano presentato da Beko, andrebbero perse per sempre, non potendo essere ricollocate altrove. Il nostro Paese non può continuare a perdere posti di lavoro e produzioni storiche a causa delle strategie di profitto di multinazionali straniere che vedono le nostre eccellenze come obiettivi da conquistare. Dobbiamo essere consapevoli che questa è una vertenza che non è circoscritta al solo distretto fabrianese ma, riguardando l’intera sede di Comunanza, coinvolge il destino delle aree interne della regione Marche, e il futuro della produzione metalmeccanica italiana. È una battaglia che coinvolge tutti, a iniziare dalle istituzioni locali che al Tavolo ministeriale hanno fatto sentire la forza della loro unione. Fabriano difenderà i lavoratori e i posti di lavoro insieme agli altri Comuni coinvolti in una sfida che non possiamo perdere".
Sara Ferreri