Beko non ritira il piano industriale con chiusure ed esuberi in Italia (oltre 700 nelle Marche di cui oltre 360 a Fabriano), ma il ministro Adolfo Urso insiste con la Golden power fino a minacciare l’inibizione dell’acquisto della Whirlpool da parte dei turchi o in alternativa corpose sanzioni. La multinazionale parla di una perdita 200milioni di euro a livello europeo nel 2024, prende tempo ma accetta di continuare a sedere al tavolo ministeriale rinviando la discussione dopo le festività di Natale, al 15 gennaio.
Una sorta di "secondo tempo" come l’ha definito il ministro per trovare "soluzioni condivise". Al tavolo ministeriale ieri da tutte le istituzioni è arrivato un appello a Beko Europe. "Quel piano è inaccettabile e va ritirato – ha detto il governatore Aquaroli -. Lo abbiamo ribadito in modo chiaro e fermo nel corso del tavolo che si è svolto oggi pomeriggio al Mimit. Comunanza non può chiudere così come va tutelata l’occupazione nella sede di Fabriano. Tutte le istituzioni e le forze sindacali sono unite insieme al Governo per fare muro su questa vertenza. Il ministro Urso, a nome del Governo ha ribadito l’irricevibilità del piano industriale, chiedendo all’azienda di presentarne uno nuovo che tuteli i lavoratori e rispetti le prescrizioni della golden power. Il tavolo verrà riaggiornato a metà gennaio per valutare le decisioni di Beko".
Il ministro ha sottolineato che "le prescrizioni della Golden power sul merito della quale c‘è il segreto di Stato, sono state apposte già all’inizio dell’operazione e hanno impedito che si verificasse quello che è accaduto, nel resto d’Europa, con la chiusura degli stabilimenti di Whirlpool in Polonia e Gran Bretagna. Beko Europe deve presentarci un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni della golden power". L’azienda ha continuato a mostrare i muscoli ma stavolta, rispetto ai precedenti summit, ha preso tempo, chiedendo di potersi riaggiornare con un nuovo tavolo a metà gennaio, appunto, dopo le festività natalizie.
"Abbiamo confermato la disponibilità a proseguire il dialogo con le istituzioni e le parti sociali – spiegano dall’azienda - per definire le modalità e le tempistiche di attuazione, nell’ottica di individuare soluzioni condivise che tutelino il più possibile le persone coinvolte. Nell’ottica della più ampia collaborazione, per l’individuazione di una soluzione che possa garantire un futuro alle attività interessate" Beko Europe si impegna a "mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dai siti fino alla fine del 2025, e a continuare la discussione a livello nazionale e locale per agevolare l’individuazione della miglior soluzione possibile".
"L’azienda ha aperto degli spiragli e per questo il tavolo non si è interrotto – commenta Giampiero Santoni, segretario regionale Fim Cisl Marche -. Sarà un Natale amaro per i lavoratori ma non drammatico". "Siamo pronti a una discussione – rimarca Pierpaolo Pullini per la Fiom Ancona - solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, con chiare missioni produttive, sostenute da investimenti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati".