
La protesta il 30 gennaio in occasione del summit al ministero con l’azienda, Pullini della Fiom: "Il Piano deve essere modificato"
Sono state proclamate otto ore di sciopero nazionale per la vertenza Beko giovedì 30. Si terrà in concomitanza con il tanto atteso incontro convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. "Contro l’inaccettabile piano di chiusure presentato per l’Italia, in occasione dell’incontro, si terrà proprio a Roma un presidio dei lavoratori provenienti da tutte le fabbriche e gli uffici italiani di Beko – dicono le organizzazioni sindacali unite Fim, Fiom, Uilm e Uglm -. Chiediamo a Beko di modificare radicalmente il piano industriale e al Governo di intervenire concretamente con tutti gli strumenti disponibili, incluso l’uso del golden power, fino a prevedere l’ingresso diretto dello Stato a garanzia degli stabilimenti, dell’occupazione e di un settore strategico. Invitiamo tutti i lavoratori a unirsi alla lotta per scongiurare chiusure e licenziamenti e chiedere il rilancio del comparto degli elettrodomestici".
Dalle 16.30 al tavolo del Mimit prenderanno parte tutte le parti coinvolte dopo che da dicembre è in corso una dura vertenza a seguito della presentazione del piano industriale da parte dei vertici della newco costituita per il 75 per cento dai turchi di Arcelik e per il 25 dagli americani di Whirlpool. Per Fabriano prevede quasi 400 esuberi tra operai (66 proprio nello stabilimento di Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 su quasi 550 totali, tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura dell’unità di Ricerca e Sviluppo), senza dimenticare i circa 320 a Comunanza nell’ascolano per la chiusura dello stabilimento entro il 2025.
"Ci aspettiamo un piano diverso, con più investimenti e senza chiusure di siti. Il Governo deve dire con chiarezza cosa può mettere a disposizione", ribadisce Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom. Era il 13 scorso quando era stata davvero alta, fin dalle 5 della mattina, l’adesione allo sciopero nazionale del comparto dei metalmeccanici nelle fabbriche del distretto di Fabriano indetto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Il presidio fabrianese ha preso parte proprio davanti allo stabilimento di Melano della Beko Europe. "È necessario difendere i salari e riconoscerne la difesa del potere di acquisto proprio per far ripartire il mercato interno, in costante contrazione da ormai quasi due anni – continua oggi Pullini -, così come diventa fondamentale mettere degli argini alla precarietà del lavoro, che non permette alle persone di progettarsi un futuro".