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Beko e il timore di tagli: scatta lo sciopero

Oggi 4 ore di stop per ogni fine turno in attesa che l’azienda presenti il piano industriale. Cartiere, giovedì incontro con i sindacati

Assemblea alla Beko

Assemblea alla Beko

"Non vogliamo tagli". Operai di Melano e impiegati della sede fabrianese Beko (ex Whirlpool) incroceranno le braccia oggi per manifestare tutte le loro preoccupazioni per il futuro e la paura di perdere i loro posti di lavoro. Beko oggi occupa complessivamente oltre di mille persone nelle due sedi fabrianesi. "A seguito dell’incontro del 7 novembre al ministero con i vertici Beko – dicono i sindacati – il coordinamento nazionale ha indetto quattro ore di sciopero che verrà effettuato martedì prossimo (oggi, ndr) alla fine di ogni turno di lavoro". I part time parteciperanno con due ore. Ieri le assemblee hanno restituito una forte preoccupazione per i volumi produttivi che si attestano attorno al 40 per cento della capacità e per i temuti tagli che potrebbero riguardare anche la città della carta. "L’attuale presenza nei settori del lavaggio e della refrigerazione -ha dichiarato Beko Europe - sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa, mentre il sito di Carinaro, in provincia di Caserta, sarà mantenuto come Centro di Eccellenza per la distribuzione dei ricambi e le attività di ricondizionamento degli elettrodomestici. In Italia si punta poi a fare il centro di eccellenza per la cottura". L’azienda ha ribadito il proprio impegno a lungo termine verso l’Italia. "L’Italia diventerà il Centro di Eccellenza per la cottura a livello globale, inclusa la Ricerca e Sviluppo, e la sede del Global Industrial Design per Beko, con l’ufficio regionale europeo situato in Italia che continuerà a svolgere un ruolo decisionale per le principali funzioni strategiche" hanno concluso.

Ma c’è preoccupazione tra i lavoratori e i sindacati. Nell’incontro della scorsa settimana il ministro Adolfo Urso, ha chiesto la presentazione a breve di un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia al fine di scongiurare la chiusura di stabilimenti e a gestire al meglio eventuali ridimensionamenti occupazionali e produttivi. Ha annunciato inoltre, che, sulla base del piano industriale che verrà presentato dall’azienda, sarà convocato un nuovo incontro al Mimit e avviato un confronto con tutte le parti interessate. Incontro che dovrebbe tenersi entro la fine della prossima settimana". C‘è grande attesa anche tra i lavoratori delle cartiere per l’incontro di giovedì tra sindacati e gruppo Fedrigoni dopo l’annunciata chiusura (entro il 31 dicembre prossimo) di Giano e di tutta la produzione di carta per ufficio. In ballo 195 licenziamenti già avviati.

Sara Ferreri