Ancona, 5 dicembre 2024 – Si dicono entrambi “contrari alla censura”, i consiglieri di opposizione Carlo Pesaresi (Ancona diamoci del noi) e Francesco Rubini (Altra idea di città), che s’inseriscono nel dibattito pubblico relativo all’ormai prossimo concerto (12 dicembre al PalaPrometeo) di Baby Gang.
Un trapper dall’infanzia difficile, cresciuto nella povertà, più volte arrestato e ora affermatosi grazie alla musica. La discussione si è riaccesa ieri sulle colonne del Carlino. Quando il sindaco Daniele Silvetti si è detto “irrigidito e infastidito” dopo la contrattualizzazione dell’artista gestita dal Consorzio Ancona per lo sport, tanto da prendere le distanze dalla scelta commerciale, visti anche i precedenti e quella missiva inviata dalla Questura a Palazzo del Popolo (a febbraio) nella quale si scoraggiava una simile iniziativa nella misura in cui sarebbero potuti sorgere problemi di ordine pubblico.
L’altra posizione emersa è stata quella del presidente della Camera minorile dorica ed ex garante regionale dei diritti dei minori Andrea Nobili, che ha invitato il cantante, se è vero che ha maturato un percorso di consapevolezza anche nel periodo detentivo, “ad assumersi la responsabilità nei confronti di quella platea così ampia cui ‘parla’ nelle sue canzoni, per darci una mano nell’educare alla legalità”, chiedendo di cambiare i messaggi che veicola e a venire nelle scuole di Ancona – come fatto a Pesaro – per parlare con i giovani che manifestano disagi.
“Una proposta sacrosanta – apre Rubini –. Lo stigma e la condanna a vita non sono affatto una soluzione. Ricordo che il recupero dei colpevoli è sancito dalla nostra Costituzione. Altrimenti la produzione di sacche di emarginazione all’infinito non farà altro che produrre altra emarginazione. Per questo penso sia opportuno capire certa cultura e certa musica, comprenderle fino in fondo e farne uno strumento per mandare segnali positivi. Ed è per questo fondamentale educare e consapevolizzare i giovani in modo da fornirgli strumenti adeguati e senso critico, affinché comprendano che quella è arte, non è vita reale”.
Prosegue: “Se penso che durante la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne c’erano calciatori sotto processo con la striscia rossa sul viso e Baby Gang non possa fare un concerto, direi che l’asticella dell’ipocrisia sia stata abbondantemente oltrepassata. Proibire non farà altro che acuire alcuni fenomeni. Quindi non mi sento di condividere questo atteggiamento di una politica che si veste da giudicatrice delle giovani generazioni: bisognerebbe ascoltarle”.
Anche Pesaresi considera la censura come “un’operazione inutile”, specialmente quando “i veicoli di trasmissione della musica sono molto superiori fuori dai live, piuttosto che nel singolo concerto – riflette –. Sono d’accordo con l’operazione di coinvolgimento dei ragazzi e degli artisti. È fondamentale capire per quali motivi alcuni contenuti viaggino tra i giovanissimi e dovremmo essere noi adulti a farlo. Capire se rispondono ad una trasformazione culturale della musica stessa”. Sulla gestione dell’ordine pubblico, per Rubini “vi sono interi apparati in grado di poterlo fare”. Ad ogni modo, nonostante le settimane di vigilia segnate dalle polemiche, quel concerto di Baby Gang ad Ancona si farà.