E alla fine quell’incontro tra gli studenti del capoluogo e Baby Gang c’è stato. Ieri. All’Istituto Volterra Elia di Torrette. Ed è passato in sordina, vista l’assenza di comunicazioni. Eppure quella storia su Instagram pubblicata domenica sera da don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, aveva lasciato intendere qualcosa: "Ci vediamo domani mattina (lunedì, ndr) in una scuola di Ancona per conoscere da vicino Zaccaria".
La presenza del fondatore dell’associazione Kayros, che aiuta i giovani autori di reato a trovare nuove strade, era ormai certa. Quella del trapper 23enne meno, seppure fosse arrivato in città in vista del (discusso) concerto di giovedì al PalaPrometeo. Tra Burgio e Zaccaria il legame è consolidato.
Il sacerdote è stato tra i primi a credere nel suo talento musicale, dopo guai, arresti e difficoltà. Dinanzi a circa 200 ragazzi dell’Itis, invitato a sorpresa proprio da Burgio, e in qualche modo rispondendo all’invito-appello del presidente della Camera minorile dorica Andrea Nobili fatto sul Carlino (che quell’incontro l’aveva proposto, pur invitandolo ad educare alla legalità), Baby Gang si è raccontato senza filtri. Come aveva fatto lunedì scorso a Pesaro.
"Chi mi ha aiutato di più nella mia vita? Non è una persona, ma è Dio", ha esordito. A ruota don Burgio: "Io sono un prete cattolico, lui è musulmano – ha spiegato –. In un mondo in cui non si pensa tanto a Dio, trovare una persona di successo, che ha affrontato tante pagine dolorose, e vedere che si affida a Dio, fa riflettere, è una cosa controcorrente".
Quindi Baby Gang: "È ignorante discriminare e ragionare sulle differenze tra religioni e nazionalità. A volte dipende semplicemente da quello che ci hanno insegnato, dalla nostra cultura. Non vivete la vita e basta ma fatevi domande, guardatevi attorno, ogni cosa ha un significato".
Sugli errori commessi: "Ognuno di noi sbaglia, ognuno di noi cade. Senza il mio passato non sarei quello che sono adesso. L’importante è non fare gli stessi sbagli – ha detto il trapper –. Andare a parlare nelle scuole l’ho fatto per la prima volta nel 2019. Magari abbiamo percorsi di vita diversi ma penso che non siamo differenti, siamo tutti esseri umani. Ognuno di noi ha un talento e con il tempo lo scoprirà. Non andate di fretta ma abbiate pazienza. È difficile darvi consigli, perché tanto farete di testa vostra, siete giovani. Potete sbagliare, cadere, rialzarvi, l’importante è che non ripetiate gli stessi errori. Tutti possiamo sbagliare, anche i grandi sbagliano, l’importante è non cadere sempre nello stesso punto".
In chiusura ha risposto ad una domanda della preside Rosa Martino, se volesse costruirsi una famiglia: "Mi piacerebbe – la riflessione finale di Baby Gang –. Come mi comporterei con mio figlio? I nostri genitori cercano di farci fare quello che pensano sia giusto secondo la loro esperienza. Se il padre ha la passione per il calcio, vuole che il figlio giochi a calcio. A volte però non è così. Ognuno ha la sua strada da percorrere, i genitori devono andare incontro ai figli. Cercherei di dargli ciò che i miei genitori non hanno avuto purtroppo la possibilità di darmi: la presenza, l’amicizia".