
I comitati ieri mattina davanti alla raffineria. Era presente anche il loro legale, l’avvocato Monia Mancini
"È nostro diritto vivere in sicurezza e in un ambiente salubre". Pensiero ricorrente che accompagna le voci di cittadini falconaresi e comitati L’Ondaverde e Mal’aria, all’indomani di un nuovo incendio in raffineria. Barbara Chitarroni indossa precauzionalmente una mascherina Ffp2: "Ho pensato di tutelarmi con quello che avevo in casa". Gabriella Giunta è preoccupata, ripensando alla notte: "Ho pensato di volere andare via di qui. Non c’è stata una comunicazione istituzionale su quanto stesse avvenendo, anche a titolo informativo, ma solo su pagine Facebook personali. Il cittadino va informato, altrimenti si vive sempre nelle paura". Integra Chitarroni: "Servirebbe un sistema di allertamento acustico udibile anche a chilometri".
E Tiziano Romagnoli: "L’esempio di ieri (venerdì) è lampante: non si può prescindere da un’esercitazione su larga scala per tutta la popolazione, che deve sapere cosa fare nelle situazioni di emergenza. Le istituzioni devono ascoltarci". L’appello è accorato. Assieme a loro due rappresentanti di peso degli ambientalisti, Loris Calcina e l’avvocato Monia Mancini. "Siamo stati risvegliati da un boato poco prima delle 22.30 – spiega Calcina – e abbiamo visto le fiamme dalla raffineria. Il primo pensiero quando senti un boato è sempre quello. In primis siamo felici che non ci siano state conseguenze per i lavoratori". Poi parla della convivenza con la raffineria: "È un impianto dentro la città. E per la sua posizione, coinvolge la città in ogni cosa. Non per niente, quando ci sono le manutenzioni, il Comune avverte la popolazione per i possibili fumi o l’attività. Significa che l’intera città è diventata la raffineria ed è coinvolta al pari dei lavoratori. Sono stati i cittadini, per primi, ad accorgersi dell’incidente e a diffondere la notizia". Per Calcina, l’impianto "meriterebbe attenzione quotidiana, costante e una certa pignoleria nei controlli continui". Per lo storico legale dei comitati Monia Mancini, "il piano di allertamento non c’è stato perché gli Enti hanno ritenuto che sulla scorta delle notizie diffuse dalla raffineria non fosse necessario attivarlo. Ma sul sito del Comune c’erano soltanto informazioni generiche. Noi vogliamo informazioni precise. Abbiamo diritto di sapere. E anche gli enti hanno diritto di pretendere di sapere con precisione cos’è successo, per poi renderlo pubblico. Dov’è scoppiato l’incendio, le sostanze emesse, la concentrazione degli inquinanti arrivati nell’aria, se sono state interessate altre matrici ambientali. Devono dircelo in maniera chiara. Non vorremmo dover scrivere ancora a Ministero dell’Ambiente e Ispra", prosegue Mancini. "Ci sia garantito almeno il diritto di avere un’informazione chiara. Perché nella partita della trasparenza, gli enti hanno un ruolo chiave: non solo di controllo, ma anche di informare la popolazione" che altrimenti "vive" situazioni di "disturbo, disagio e preoccupazione".