Ancona, 1 luglio 2023 – Stava oltrepassando la doppia linea continua, per fare un sorpasso proprio in prossimità dell’incrocio, dove era vietato, andando a 115 chilometri orari, e costato la vita ad Aurora Caruso. La Procura di Ancona ha chiuso le indagini sull’incidente mortale avvenuto il 4 ottobre scorso lungo la statale Adriatica, al bivio con il centro commerciale Cargopier di Osimo. Attorno alle 21 lo schianto mortale tra la Opel Astra della vittima, 22enne, di Collemarino, e una Alfa Romeo 147 guidata da un 21enne di Polverigi che ora è a un passo dal processo per omicidio stradale.
Nella conclusione delle indagini, notificata nei giorni scorsi, la Procura ha fatto una ricostruzione dell’incidente, incaricando un perito, che ha stabilito che il 21enne sarebbe stato in fase di sorpasso quando poi è finito contro la vettura di Caruso, morta sul colpo. Una dinamica ritenuta sbagliata dalla difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Marina Magistrelli, che sostiene che l’Alfa non stava affatto sorpassando.
L’indagato infatti chiederà di essere sentito dal pubblico ministero Serena Bizzarri quanto prima. "Chiediamo la ricostruzione esatta della dinamica – dice Magistrelli – e il mio assistito dirà tutta la verità come già sostenuta dall’inizio".
Come la forte velocità con cui avrebbe proceduto quella sera in un tratto dove il limite è fissato a 70 chilometri all’ora. Il 21enne, di Polverigi, era stato sottoposto anche al controllo di alcol e droga ed era risultato negativo. Quella sera procedeva in direzione sud, per raggiungere degli amici per vedere una partita, quando all’altezza dell’incrocio con via della Sbrozzola è avvenuto l’incidente. L’assicurazione non avrebbe ancora risarcito i familiari di Caruso e la mamma dal giorno della morte non si è più data pace. La figlia aveva finito il turno di lavoro da Risparmio Casa, all’interno del parco commerciale Cargopier, e tornava a Collemarino, dove abitava con la sua famiglia. Avrebbe fatto una tappa a casa di una amica per fare un po’ di palestra e poi sarebbe tornata dai suoi. La mamma le aveva lasciato pronta la cena nel microonde. Prima di uscire dal lavoro aveva mandato un messaggino con il cellulare alla madre: "Parto adesso". Erano le 20.55. Quando la donna lo ha letto la figlia era già morta.