REDAZIONE ANCONA

"Attacco hacker al Comune: diteci la verità"

Il consigliere di opposizione Armezzani: "E’ importante fare chiarezza su quanti dati anche personali dei cittadini sono stati perduti"

Il sindaco Daniela Ghergo

Il sindaco Daniela Ghergo

Attacco hacker ai server del Comune, a una settimana dal blocco dei documenti, tecnici ancora al lavoro per arginare i danni. Si cerca di salvare il più possibile. Dall’opposizione Lorenzo Armezzani (Fabriano Progresssista) chiede di fare chiarezza e quantificare i danni evidenziando la mancata comunicazione al consiglio comunale, ma il sindaco rassicura. "Nelle prime ore – sottolinea Armezzani - l’attacco ha causato un malfunzionamento dei servizi online poi, ben più grave, la perdita di dati e documenti. I cittadini hanno appreso la notizia come un fatto non infrequente ma comunque facilmente risolvibile. Quindi molti non addetti ai lavori hanno fatto spallucce, magari qualche sparata velenosa su internet ma la rotatoria della Pisana è senz’altro argomento più allettante. Con il passare dei giorni però le cose non stanno migliorando: si apprende di documenti che potrebbero non essere più recuperati fino ad arrivare a sapere venerdì di una denuncia al Garante della Privacy. L’attacco ransomware ha fatto quindi molto male alla rete del Comune: l’insieme dei frammenti di queste informazioni crea oggi un quadro che rischia di essere allarmante con gravi responsabilità in capo al sindaco e all’Amministrazione. C’è innanzitutto il danno grave: il ransomware è un attacco che cripta i dati dei dischi dei computer di una rete rendendoli inaccessibili e inutilizzabili. Non esiste alcuno strumento che consenta di recuperare i dati senza la chiave di decrittazione. Per questo tali attacchi sono seguiti dalla richiesta di un riscatto: o paghi o perdi tutti i dati. A meno di non aver effettuato regolari copie di backup su dischi sicuri. In questo caso i dati vengono ripristinati in poche ore, massimo qualche giorno. Ma a una settimana dall’attacco non sembra essere così. La segnalazione al Garante della Privacy – aggiunge - lascia pochi dubbi: il Comune rischia fra le altre cose, una pesante sanzione, anche di milioni di euro. C’è un’altra pericolosissima eventualità – conclude Armezzani - che i criminali abbiano venduto i nostri dati personali ma anche finanziari: Tari, Imu, Isee, pratiche edilizie e conti correnti". "Mentre proseguono sia il lavoro dei tecnici informatici che le indagini della Polizia Postale – sottolinea il sindaco Daniela Ghergo - a oggi non vi è evidenza di diffusione di dati personali ma solo di criptazione di documenti informatici presenti nelle cartelle condivise degli uffici. Su questi documenti, che rappresentano circa il 5/10 per cento del totale, sono al lavoro i tecnici per consentirne il recupero. Tutto ciò che era migrato nel cloud è invece stato completamente salvato".

Sara Ferreri