Con il nuovo anno, la rabbia e la delusione degli alluvionati di settembre non si è placata, anzi. "Ho fotografato la situazione del fiume Aspio in via Camerano a Osimo Stazione a tre mesi dall’alluvione del 18 e 19 settembre scorsi. Non è stato fatto alcun intervento, poi ci si meraviglia di quello che succede – dice Claudio Moglie, proprietario del negozio e vivaio della Stazione di Osimo -. Di fianco al mio terreno è caduta una quercia nel fosso e nonostante diverse segnalazioni nessuno è venuto a vederla. Ci sono grosse responsabilità degli enti preposti. Noi alluvionati ci sentiamo abbandonati a noi stessi, non si fanno interventi per mettere in sicurezza il territorio, non si ha la certezza dei ristori per ripristinare quanto è andato perso. Sto pensando di chiudere il vivaio, sono stanco di combattere contro tutto e tutti". Analoga situazione all’Aspio di Osimo, dove un rappresentante del comitato afferma: "La situazione è pure peggiorata perché la società Autostrade ha commissionato dei lavori preliminari di pulizia delle sponde e dietro casa mia, in via Edison una sponda non è stata toccata, nell’altra hanno tolto parte delle canne ed egli arbusti ma le hanno lasciate in loco".
Al momento sarebbero stati effettuati soltanto i lavori di ripulitura degli argini, quelli "veri" e tanto attesi sono stati annunciati per febbraio, compatibilmente, sempre, con la situazione meteorologica. La somma urgenza perché possa dare i primi effetti concreti necessita di circa sei mesi, sono tempi lunghi per chi aspetta con ardore per rimediare almeno a parte dei danni. Andrea Pesaresi del Comitato Alluvione Marche, che raccoglie decine di iscritti dall’osimano alla Riviera del Conero passando per Camerano, afferma: "Serve immediatamente un decreto che preveda il ristoro delle auto e beni mobili registrati danneggiati nell’alluvione oltre a quelli delle attività produttive che sono già previsti in questa prima fase emergenziale. Per i privati cittadini non è previsto alcun ristoro ora, ma ci sono persone che utilizzano l’auto come mezzo di locomozione per andare al lavoro e per loro è un bene di prima necessità per cui chiederemo immediatamente un decreto su misura. Non aspetteremo certamente come successo per il terremoto del 2016 il cui ristoro delle auto è stato previsto soltanto in questi giorni. Dobbiamo chiedere, immediatamente dopo la chiusura della ricognizione danni che si completerà il 24 di questo mese, di attivare la seconda fase dell’emergenza, ovvero quella del ristoro più cospicuo dei danni che comprenda il pagamento dei beni rimasti esclusi dalla fase emergenziale. E’ fondamentale, lo chiediamo con tutta la nostra forza".
si.sa.