MARINA VERDENELLI
Cronaca

Aspio, il nostro incubo: "E’ tutto come due mesi fa. Abbiamo buttato 5 auto"

Lo sfogo della famiglia Bussolari che abita al Vallone di Offagna davanti a un fosso "che non è stato mai pulito. La nostra casa si è allagata, abbiamo avuto danni enormi, ma non si vede nessuno. Evitare disastri tipo quello di Valencia".

Aspio, il nostro incubo: "E’ tutto come due mesi fa. Abbiamo buttato 5 auto"

Questa è la situazione oggi davanti a a casa della famiglia Bussolari

E’ mantenendo i fiumi puliti e i fossi sgomberi che l’acqua piovana riesce a defluire più facilmente e arrivare verso il mare, ultima meta cercando di non fare danni nel suo percorso. Una lezione basilare da quinta elementare, quando si studiano i cambi di stagione, l’alta e la bassa pressione che generano piogge e temporali e sì, anche le alluvioni. Eppure c’è un fosso, che ha già creato costosi danni ad una famiglia che abita al Vallone di Offagna, che non solo non è stato pulito prima dell’ondata di maltempo che si è abbattuta nell’anconetano il 19 settembre scorso, ma non si è intervenuti nemmeno dopo che l’acqua ha trascinato di tutto nel bacino e nei suoi vicini argini. "La nostra situazione è tale e quale a due mesi fa - sbotta Vanessa Bussolari, residente con la sua famiglia in via Liscia 9, al Vallone di Offagna - guardiamo a vista il fosso Aspio che abbiamo davanti casa". La stessa casa che nell’alluvione di settembre scorso si è allagata proprio per lo straripamento dell’acqua che passa nel fosso Aspio, portando via cinque auto alla famiglia Bussolari. Automobili che hanno dovuto buttare via come se fosse carta straccia. Un danno di oltre 200mila euro considerando, oltre le auto perse, gli elettrodomestici fuori uso e l’impianto di riscaldamento a pavimento, che chissà se verranno mai risarciti. "Purtroppo la situazione da noi è rimasta quella di due mesi fa - continua Bussolari - a nulla sono serviti i nostri appelli, in tv, sui giornali. Non si è mosso nulla. Nessuno è venuto a sistemare quel fosso, nessuno ha tolto i detriti. Continuiamo a vivere con la paura". E anche con la rabbia. La famiglia Bussolari è pronta a chiamare anche le lene se necessario a far si che qualcuno, degli organi preposti, la Regione in primis, si muova per evitare nuovi allagamenti e non arrivare a vivere situazioni come accaduto a Valencia. Ad ogni allarme di pioggia la famiglia Bussolari sposta le auto e le parcheggia a monte, nel piazzale di un loro vicino di casa. E’ un posto sicuro, più in alto rispetto al fosso e non dovrebbe esserci il rischio di un allagamento nel caso in cui il bacino si riempia ed esondi di nuovo. Già a settembre scorso la casa e l’area fuori dalla residenza dei Bussolari si era trasformata in una diga perché il fosso che alimenta l’omonimo fiume Aspio aveva straripato proprio davanti la loro abitazione. Le notti passano spesso insonni. "C’è un continuo rimpallo di responsabilità - dice Bussolari - e nessuno viene a pulire. Ma perché? Cosa Aspettano?". La manutenzione spetterebbe al Consorzio di Bonifica. L’assessore regionale alla Protezione Civile, Stefano Aguzzi, aveva promesso interventi sul fosso. "Non sono stati fatti né prima né adesso - incalza Bussolari - forse dovrebbero vivere quello che abbiamo vissuto noi alluvionati per capire come ci si sente e accelerare gli interventi". Il Consorzio di Bonifica, a detta della Regione, aveva avviato un piano di pulizia dell’Aspio, dall’autostrada verso monte. Poi ci sarebbero le casse di espansione, quelle che dovrebbero contenere l’acqua in casa di piena, ma solo due sono in via di realizzazione, due sono in fase di appalto e due ancora in progettazione. Intanto il governatore Acquaroli afferma che "mentre nel 2014 la risposta data è stata politica ma non strutturale, nel 2022 la risposta è stata strutturale, pragmatica e progettuale cercando di individuare le soluzione del territorio". Il presidente non ha nascosto la propria delusione dopo aver sentito gli interventi delle opposizioni: "Mi aspettato qualcosa di diverso - ha osservato - non ho sentito neanche una proposta, ma esclusivamente critiche rispetto a chi, nonostante le difficoltà, sta cercando di dare una prospettiva a un territorio che viveva continuamente nell’incubo dell’alluvione".