
Il rendering del progetto
Ancona, 20 febbraio 2015 - L'impegno è innegabile, ma il progetto per la realizzazione del nuovo terminal delle crociere pensato dall’Autorità portuale con un molo da oltre 200 metri troverà non poche difficoltà a essere realizzato. Soprattutto per la sua ubicazione: a ridosso dell’Arco di Traiano che sarebbe a rischio sia per le enormi vibrazioni sia per l’inquinamento.
Ecco, è proprio quest’idea di vedere le grandi navi da crociera ormeggiare nella zona storica del porto e, secondo i rendering, a meno di 40 metri di distanza dallo storico arco, che provoca più di qualche dubbio. Perplessità che conferma anche il soprintendente archeologico delle Marche Luigi Malnati, dopo quelle della funzionaria della stessa soprintendenza delegata agli interventi che vengono realizzati nei porti, ovvero la dottoressa Cecilia Profumo.
«E’ evidente – spiega il dottore Malnati – che al momento ci si deve muovere con le dovute cautele. In realtà siamo davanti a un’idea e non a un progetto preliminare. Conosco quello che vogliono realizzare e per questo ho chiesto che vengano effettuati degli approfondimenti sui dettagli dell’intera operazione. Senza questo materiale è difficle e non corretto dare delle valutazioni. Solo con delle carte in mano potremo capire l’impatto di questo terminal sulla parte storica del porto. Adesso è tutto molto generico».
Ma il soprintendente non sfugge al nodo del momento: «E’ chiaro – sottolinea – che se mi dovessi esprimere in base ai rendering che sono stati illustrati non posso che dire che è impossibile realizzare quella infrastruttura a due passi dall’Arco di Traiano. Ma questo varrebbe anche per i miei colleghi, ad esempio quelli del Paesaggio. Credo che sia giusto, per effettuare l’intervento, agire con la massima collaborazione tra tutti i soggetti interessati per arrivare alla giusta soluzione». E quella più semplice arriva spontaneamente: «Si potrebbe pensare di spostare quel terminal un centinaio di metri in direzione Mole e già i problemi sarebbero minori».
Lo snodo di tutto sarà rappresentato dal progetto vero e proprio grazie al quale si potrà capire come verrà preservato il monumento (compreso l’Arco Clementino e la passeggiata storica) e anche valorizzato. «Senza dimenticare – dice il soprintendente – che in quella zona, andando a scavare all’altezza dei moli potrebbero venire alla luce parti del porto romano».
Da qui alla situazione nella quale si trovano i reperti archeologici della città il passo è breve. «Siamo in attesa della nuova riforma – spiega Malnati –. Se andrà in porto così come concepita i problemi aumenteranno. La soprintendenza non gestirà più i musei e avrà solo i fondi per le manutenzioni senza usufruire di quelli dei musei. Quindi con i fondi che ci rimarranno dovremmo decidere cosa fare. La mia idea è quella di procedere con obiettivi precisi. Penso alla valorizzazione della zona del lungomare Vanvitelli dove esistono gli scavi del porto romano. C’è da rifare la copertura e semmai dovremo decidere se toglierla completamente realizzando dei percorsi per far capire ai visitatori dove si trovano. Abbiamo pulito l’area termale, via Matas e serve un grande investimento per l’anfiteatro. Al momento, però, non sappiamo di quanti fondi disporremo».