REDAZIONE ANCONA

Archi ridipinti e subito danneggiati. I vandali dello spray senza pietà. In fumo i soldi del Bando periferie

Le pareti dello storico rione erano state quasi tutte sistemate ad eccezione di un tratto ancora in panne. L’altra notte qualcuno ne ha approfittato per dare libero sfogo alla propria "creatività", rovinando tutto.

Le pareti dello storico rione erano state quasi tutte sistemate ad eccezione di un tratto ancora in panne. L’altra notte qualcuno ne ha approfittato per dare libero sfogo alla propria "creatività", rovinando tutto.

Le pareti dello storico rione erano state quasi tutte sistemate ad eccezione di un tratto ancora in panne. L’altra notte qualcuno ne ha approfittato per dare libero sfogo alla propria "creatività", rovinando tutto.

Gli Archi, quella unica, solitaria ‘macchia’ in mezzo a un recupero sontuoso e gli ultimi scarabocchi vandalici. L’amministrazione comunale sta cercando da un anno di trovare la soluzione migliore per ripulire alcune parti della città dalle scritte dei vandali, ma forse dovrebbe occuparsi di come prevenirle. Dopo quasi due anni di ordine mantenuto intatto sotto il profilo del decoro, i ‘bulli’ dalla bomboletta spray facile sono tornati in azione ai danni degli Archi di via Marconi. Lo hanno fatto nella parte iniziale delle arcate, lato galleria San Martino, Nulla da dire sul senso del messaggio, anche se sgrammaticato, ‘Facciamo a l’amore’, ma forse l’autore avrebbe dovuto pensare al danno arrecato al decoro di una parte recuperata con sacrifici e soldi. Con il Bando Periferie l’amministrazione comunale aveva restaurato tutti gli archi storici (a parte un tratto di cui parleremo più avanti), oltre agli interventi di piazza del Crocefisso, del lungomare XXIX Settembre, del centro H a Borgo Pio e l’autostazione all’ex fornace Verrocchio (ancora da concludere) e le cassette ex Icp di via Marchetti (praticamente mai iniziato). Per lungo tempo gli archi restaurati sono stati mantenuti tali, fino a pochi giorni fa quando il vandalo ha colpito imbrattando con la bomboletta nera una delle colonne. Non è chiaro se in quella zona, in particolare la prima serie di archi lato Mandracchio, sia presente un impianto di videosorveglianza.

C’è una serie di archi ancora ridotti allo stato di massimo degrado. Un tratto composto da sei colonne e cinque arcate lungo meno di trenta metri, in corrispondenza di un edificio a tre piani che comprende i civici dal 17 al 23. Si tratta di piccoli locali adibiti a negozi al piano terra e un condominio, il n. 21. L’intero edificio, con tanto di negozi e arcate è vuoto. Una ventina di appartamenti, forse meno, disabitati da svariati anni ormai, ossia da quando il sisma dell’ottobre del 2016 ha prodotto delle conseguenze strutturali. All’interno del condominio, locali compresi, sono iniziati i lavori che però da mesi sono fermi. Da fuori si possono notare i cumuli di macerie, sia nei piccoli locali del livello stradale che all’interno dell’androne condominiale, con la porta d’ingresso assicurata da uno spesso catenaccio. Osservando il cartellone di presentazione abbiamo notato che i lavori da parte del Comune sono ufficialmente iniziati esattamente un anno fa per poco meno di un milione di euro e la consegna è fissata dopo 535 giorni di lavoro, quindi più o meno entro aprile del 2025. Di fatto però i lavori sono fermi da settimane se non mesi.