
"Siamo stati sfrattati". Gli operatori antincendio dell’eliambulanza del 118, della ditta Gsa, da oggi sono infatti senza lavoro. Tutto questo avviene a seguito di un appalto vinto dalla Elisicilia "nonostante l’assoluta equivalenza delle offerte economiche proposte" dicono. E’ infatti "di queste ore – annunciano gli operatori – la comunicazione che il servizio antincendio delle basi elisoccorso di Ancona e Fabriano è stata affidata, tramite trattativa privata, ad una nuova ditta siciliana che diventa subito operativa lasciando nella più totale incertezza gli attuali 8 operatori della Gsa e le loro rispettive famiglie".
Il nuovo appalto è stato affidato alla ditta Babcock, aggiudicatrice della gara indetta dalla Regione Marche che, oltre alle 2 eliambulanze, è tenuta a fornire anche il servizio antincendio "ma stavolta, invece che riconfermare la Gsa che dai primi anni del 2000 opera nelle 2 basi – dicono – ha deciso di affidare il servizio alla Elisicilia". Offerte economiche dunque equivalenti ma, nonostante ciò, "la Babcock ha optato per le altre, per ragioni che riteniamo incomprensibili. Dopo quasi vent’anni di inappuntabile servizio col personale tecnico e sanitario dell’elisoccorso marchigiano – spiegano – ci troviamo sbattuti fuori senza una valida motivazione. Sappiamo di godere della stima di quanti hanno lavorato qui e, inoltre, ci è stato riferito che la committente della gara ha chiesto a Babcock di riconfermarci per la fiducia che in tutti questi anni abbiamo saputo guadagnarci. Purtroppo – aggiungono amaramente – sappiamo anche che a partire da ora non saremo più in servizio e che abbiamo davanti un futuro incerto". Gli operatori della Gsa ci tengono poi a ricordare che "non abbiamo mai fatto mancare la nostra collaborazione a quanti condividono il servizio di elisoccorso. In ogni situazione potevano contare sul nostro supporto. Siamo stati qui oltre l’orario di servizio con pioggia, neve o vento per aiutare chiunque ne avesse bisogno e non ci siamo tirati indietro in un periodo difficile come quello del Covid. Ora – aggiungono – stentiamo a credere che non faremo più parte di quella che per noi ormai era una grande famiglia. Sappiamo solo che non saremo più in servizio e non ci è dato sapere al momento se saremo licenziati, trasferiti o se la nuova ditta abbia intenzione o meno di assorbirci".