Ancona, 13 ottobre 2021 - Dai vaccini alle terapie, novità sempre più interessanti dal fronte della somministrazione degli anticorpi monoclonali ai pazienti Covid. Novità nel trattamento a cui seguono risultati favorevoli sotto il profilo della resa. Un andamento a fasi alterne quello della terapia degli anticorpi, iniziata con buone speranze per poi essere ridimensionata e successivamente tornata a fornire dati e risultati molto interessanti. Adesso l’ultima novità che arriva dall’ospedale di Torrette: "Nella prima fase dell’applicazione terapica a essere somministrati con gli anticorpi monoclonali erano soltanto i pazienti selezionati attraverso la collaborazione dei medici di famiglia. Ora, da circa tre settimane a questa parte, abbiamo avviato la somministrazione della terapia anche a pazienti ricoverati presso la nostra struttura".
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A raccontare la novità, un vero passo in avanti anche sotto il profilo della cura oltre che quella della prevenzione garantita dalle campagne vaccinali, è il professor Andrea Giacometti, primario della clinica di malattie infettive dell’ospedale regionale di Torrette: "Da quando, parliamo di svariati mesi fa, questa terapia è iniziata anche nelle Marche l’applicazione avveniva esclusivamente attraverso un sistema ormai collaudato: il medico di base ci segnalava un suo paziente, positivo al Covid, nella fase iniziale della sintomatologia che però poteva rientrare in un categoria specifica. Il paziente in questione, una volta selezionato, arrivava da noi in ospedale per la somministrazione della terapia attraverso una flebo e poi tornava a casa. Ora è diverso, possiamo somministrare gli anticorpi anche a pazienti ricoverati, dunque più avanti nella malattia, ricevendo feedback molto interessanti. Trattandosi di una terapia antivirale la sua efficacia è alta se viene inoculata entro pochi giorni e nella primissima parte della polmonite, comunque non oltre i sette giorni dall’infezione originale. Certo, resta una terapia molto costosa, ma è sicuramente la più efficace tra tutti gli studi messi in campo da un anno a questa parte, penso al Remdesivir, al plasma autoimmune, al Tocilizumab e così via, quindi è ua strada da seguire".
Il numero dei pazienti nei due reparti di malattie infettive oscilla quotidianamente tra 15 e 20 pazienti. Sia la clinica che la divisione hanno messo a disposizione due reparti da 10 posti Covid ciascuna: "A settembre, quando siamo subito piombati a 20 pazienti, 10 per reparto, avevamo l’obiettivo di non andare oltre, ma all’epoca ho pensato che si stava ricominciando tutto daccapo - aggiunge Giacometti -. Per fortuna col passare delle settimane abbiamo tenuto botta e per ora restiamo sotto quella soglia di 20 pazienti oltre la quale dovremmo rivedere gli assetti del reparto. Temevo molto l’impatto della ripresa delle scuole che invece per fortuna non c’è stato. In questi giorni oscilliamo tra 8 e 9 e più di due terzi dei pazienti sono non vaccinati. Nello specifico i due che hanno completato il ciclo sono pazienti con difese immunitarie deboli e una forza anticorpale limitata".
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