Andreea Rabciuc, fissata la data dei funerali a quasi due anni dalla sua scomparsa

Le esequie si terranno mercoledì 20 marzo alle ore 15 nella Cattedrale di Jesi. Continua l’inchiesta e l’unico indagato resta l’ex fidanzato 44enne Simone Gresti

Jesi, 17 marzo 2024 - Quasi due anni dopo la scomparsa di Andreea Rabciuc, la 27enne di origini romene i cui resti sono stati trovati il 20 gennaio scorso, è stata fissata la data dei funerali. Le esequie della giovane donna si terranno mercoledì 20 marzo alle ore 15 nella Cattedrale di Jesi.

Un primo piano di Andreea  Rabciuc
Un primo piano di Andreea Rabciuc

Andreea, ricordiamolo, era sparita nel nulla dopo una serata trascorsa con il fidanzato e due amici in una roulotte, mentre il suo corpo, dopo mesi di ricerche, è stato rinvenuto a circa 800 metri dal punto in cui si erano perse le sue tracce, in un casolare diroccato in via Monte Adamo 26 a Castelplanio (Ancona). Dopo la cerimonia funebre, il corteo muoverà verso il cimitero comunale per la tumulazione.

Appena cinque giorni fa, il 12 marzo, 300 persone avevano partecipato a Jesi ad una fiaccolata per ricordare Andreea e chiedere verità e giustizia per la sua morte. Il corteo era stato voluto dalla madre della ragazza, Georgeta Croceanu.

Le indagini sulla morte di Andreea

Intanto l'inchiesta della Procura di Ancona sulla vicenda, condotta dalla pm Irene Bilotta, va avanti: restano aperte le ipotesi di un suicidio o di una messa in scena per farlo credere e nascondere un omicidio. Resta Simone Gresti l'unico indagato: l'uomo, 44 anni, ex fidanzato della ragazza, è accusato di sequestro di persona, omicidio volontario, istigazione al suicidio e spaccio di droga. Gresti respinge tutte le accuse e insiste nella sua versione. Aveva raccontato che la ragazza si era allontanata a piedi dopo una serata in cui avevano litigato, lasciando al compagno il cellulare. Dentro il casolare dov'era il cadavere, identificato grazie agli accertamenti sul dna, gli inquirenti avevano trovato anche un foulard avvolto su un trave con tracce biologiche (disposti accertamenti irripetibili del Ris di Roma), e una scritta sul muro ('se avevo il telefono ti avrei chiamato mamma'). Tutte circostanze che però, al momento, non hanno portato a ricostruire l'accaduto.