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Ancona, Tiong risana in parte per vendere. Ma il sindaco tira dritto: una nuova società

Incontro a Bologna tra il primo cittadino e i legali del patron: "Si impegna a pagare, ma non possiamo attendere. Avanti per la serie D"

Ancona, Tiong risana in parte per vendere. Ma il sindaco tira dritto: una nuova società

Da un lato Tony Tiong che, per bocca dei legali dello studio Giangrande di Milano, s’impegnerebbe a pagare parte dei suoi debiti (in attesa delle note ufficiali, non è chiaro quando) e a mettere in vendita l’Us Ancona esclusa dalla serie C per il mancato pagamento degli stipendi di marzo e aprile, circa 430mila euro. Dall’altro il sindaco Daniele Silvetti che, di tutta risposta, tira dritto per costituire una nuova società da iscrivere alla D grazie a tre gruppi già interessati. C’è l’aggravante del fattore tempo, tiranno più che mai in una partita in salita.

Se si dovesse riuscire nell’impresa, l’8 luglio incombe per formalizzare le pratiche con la Lnd, in quella data gli sportivi assisterebbero ad un nuovo "miracolo di San Ciriaco".

In estrema sintesi quanto emerso ieri, all’esito dell’incontro fiume di due ore a Bologna tra i tre avvocati di Tiong con il sindaco, l’assessore al Patrimonio Angelo Eliantonio e il dirigente dello stesso settore Giorgio Foglia. "È stato un confronto molto chiaro sotto vari punti di vista – attacca Silvetti di ritorno –. Se non altro perché i legali hanno esplicitato la volontà di Tiong di far fronte alla quota parte delle sue esposizioni, nell’ottica di un avvicendamento per cedere la società". Sulla cifra Silvetti, però, non si sbottona: "Non ci posso metter bocca, saranno le figure legate al club a spiegare i dettagli. Posso dire che si tratta di una cifra importante, che comprende gli stipendi ai tesserati, le pendenze verso i fornitori, alcuni dei quali anconetani, e l’erario. Ma sono cose che gestiranno loro in base all’impegno di Tiong".

Secondo le ricostruzioni, il patron avrebbe aperto alla possibilità di sanare alcuni debiti dell’Ancona. Grosso modo una metà tra quel milione e mezzo e due milioni totali registrati. Magari sfruttando le fideiussioni. A quel punto potrebbe cedere il 95 per cento delle quote. Se lo spettro del crac resterebbe reale, la proposta non avrebbe convinto Silvetti, forse visti gli atteggiamenti del magnate malese negli ultimi mesi. Dunque la corsa ad ostacoli per la quarta serie nazionale, ma con una società ex novo.

I contatti con la Federcalcio sono ben avviati, ma servono almeno 400mila euro per l’8 luglio. Sulla matricola, invece, non ci sarebbero particolari problemi, come per la questione dei marchi. "Da domattina (oggi, ndr) continueremo il lavoro per questo – aggiunge Silvetti –. È una corsa contro il tempo, non possiamo certo attendere gli adempimenti societari. Prendiamo atto della disponibilità, ma noi andiamo avanti". Anche grazie all’interesse degli imprenditori: "L’orizzonte è più chiaro e almeno tre gruppi potrebbero essere interessati ad una nuova società. Molti sono del territorio. Chi si farà avanti per l’attuale Ancona, lo farà per il tramite dello studio Giangrande".

Per la D servirebbero complessivamente un milione e mezzo. Quel che è chiaro a tutti: preservare i 119 anni di storia biancorossa e il grande patrimonio del settore giovanile.

Giacomo Giampieri