REDAZIONE ANCONA

Ancona, maglie "politiche": "Iniziativa personale di Brilli. La società non sapeva nulla. E ora si devono dimettere"

Dopo l’intervista sul Carlino al consigliere, ecco la dura nota dei vertici biancorossi. Nel mirino anche Andrea Manciola. "Pronti a convocare il direttivo per sfiduciarli".

Dopo l’intervista sul Carlino al consigliere, ecco la dura nota dei vertici biancorossi. Nel mirino anche Andrea Manciola. "Pronti a convocare il direttivo per sfiduciarli".

Dopo l’intervista sul Carlino al consigliere, ecco la dura nota dei vertici biancorossi. Nel mirino anche Andrea Manciola. "Pronti a convocare il direttivo per sfiduciarli".

L’Ancona è una polveriera. E’ bastata un’intervista rilasciata al Carlino da Gianluca Brilli, ex presidente pro tempore e ora consigliere della Ssc Ancona, per incendiare ancora una volta la miccia. Con un comunicato lapidario, i vertici della società sono pronti a dare il benservito sia a Brilli che al commercialista Andrea Manciola. La loro colpa? Quella di essere saliti più di una settimana fa sul palco della Mole in occasione della convention di Forza Italia per donare al vicepremier Antonio Tajani e al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, due maglie dell’Ancona autografate. Una cosa che ha mandato in bestia i tifosi che in più occasioni hanno manifestato il loro dissenso con degli striscioni più che eloquenti: "Fuori la politica dall’Ancona". Proprio quella politica che la scorsa estate aveva di fatto rianimato le speranze calcistiche di una piazza distrutta dalla fresca esclusione della serie C.

La Ssc Ancona è infatta nata grazie all’impegno del sindaco Daniele Silvetti e allo sforzo di mettere insieme un collante imprenditoriale in grado di poter far ripartire il calcio ad Ancona. Ma non c’è stato un solo giorno di pace. E ora si è addirittura arrivati alla resa dei conti finale. "In merito all’intervista rilasciata dal consigliere Gianluca Brilli e pubblicata oggi sul quotidiano ‘Il Resto del Carlino – scrive la società sulla propria pagina Facebook e sui canali whatsapp –, nella quale il medesimo afferma come il presidente Antonio Recchi fosse a conoscenza dell’iniziativa, si ribadisce che la consegna della maglia ufficiale della Ssc Ancona ad un’importante carica dello Stato durante la manifestazione partitica tenutasi la scorsa settimana, è stata fatta dal consigliere Gianluca Brilli a mero titolo personale, tenendo all’oscuro i vertici societari. Constatato pertanto che quanto dichiarato pubblicamente dal Consigliere Brilli non corrisponda a verità, il Presidente si riserva di adire le vie legali a tutela della propria immagine nonché di quella dell’intera società. Inoltre, il consiglio direttivo della Ssc Ancona a larga maggioranza, auspica le immediate dimissioni dall’organo societario sia di Gianluca Brilli che dell’altro consigliere Andrea Manciola, anch’egli presente a detta manifestazione e salito sul palco durante le fasi di consegna della maglia al Ministro. Nel caso tali dimissioni non dovessero prevenire nella giornata odierna, i consiglieri a maggioranza provvederanno a convocare quanto prima un direttivo onde sfiduciare i predetti consiglieri ed invitarli alle dimissioni".

Così come in occasione del comunicato della curva nord di qualche giorno fa, anche stavolta è arrivato puntuale il like di Stefano Marconi, patron dell’Ancona. Un fatto non trascurabile, perchè delinea la spaccatura netta e a questo punto insanabile tra le due anime del cda: da una parte Recchi, Marconi ed Egidi, dall’altra Brilli, Manciola e Polci. Proprio quest’ultimo da socio "alla pari" con Marconi era stato costretto a dimettersi da presidente insieme a Brilli (in qualità di tesoriere) e a Manciola (segretario) pochi giorni prima di Natale. Ora la stessa tecnica: invito a rassegnare le dimissioni e in subordine convocazione del cda per la resa dei conti finale. Strada che probabilmente verrà seguita anche stavolta. In tutto questo l’Ancona deve fare i conti con l’immobilismo imprenditoriale: finora, a parte l’impegno di Marconi, non è entrato nessun nuovo socio nella compagine. La vicenda Teamsystem, mai veramente chiarita, ha lasciato il segno. Nessun altro si è avvicinato, nonostante le rassicurazioni di facciata. Che ai tifosi non bastano più. Lo stato d’insofferenza dei sostenitori biancorossi è al massimo livello ed è stato esplicitato più volte con striscioni e messaggi più che eloquenti. Il teatrino non piace, perchè si consuma in uno stagno fermo. Pochi soldi, poche prospettive future per una piazza che merita palcoscenici migliori con una tifoseria che vuole un club all’altezza del suo nome e della storia. Siamo sicuri che con queste epurazioni, la strada giusta sia stata imboccata?

Andrea Massaro