
"Anche l’agenzia di Sfera Ebbasta responsabile di quanto accaduto"
Anche l’agenzia che portò Sfera Ebbasta alla Lanterna Azzurra di Corinaldo sarebbe responsabile di quanto accaduto la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018, quando in discoteca morirono sei persone: un adulto e cinque minorenni. Lo sarebbe per il sovraffollamento che ha poi impedito un’uscita sicura ai presenti. A sostenerlo è l’avvocato Federica Ferro, che tutela i familiari di Eleonora Girolimini, la mamma di 39 anni che ha perso la vita alla Lanterna. Per questo presenterà una integrazione a una denuncia che fece già ai carabinieri il 7 marzo del 2019, dove indicò le persone ritenute responsabili della tragedia, la commissione di vigilanza, gli organizzatori, i soci della discoteca e in maniera generica il cantante Sfera e lo staff. "Alla causa dell’evento tragico hanno concorso plurime responsabilità - sostiene Ferro - ognuna meritevole di considerazione e di valutazione in termini di rilevanza penale e non è che l’una esclude la responsabilità dell’altra. Il comportamento negligente, illecito di ognuno ha concorso al verificarsi della tragedia. La procura ha fatto un lavoro eccelso nell’individuare i colpevoli, tuttavia, per quanto riguarda il sovraffollamento non può trascurarsi l’ulteriore responsabilità del produttore, agente, agenzia dell’artista".
L’agenzia era la Thaurus, come emerso anche nelle testimonianze rese in aula dal manager di Sfera, Pablo Miguel Lombroni Capalbo. "All’epoca della denuncia non avevamo tutta la documentazione inerente il contratto stipulato dalla Thaurus - spiega l’avvocato - ma adesso sì, c’era il prezzo del biglietto di ingresso indicato, la capienza della discoteca, e soprattutto sono state utili le testimonianze rese da Fedez, che ha chiarito in qualità di esperto del settore che anche lo staff dell’artista fa un sopralluogo prima di esibirsi ed è a conoscenza di quanti biglietti e persone arriveranno, e rese da Sfera e dello stesso manager anche se hanno provato a svincolarsi dalla responsabilità dicendo uno che i contratti nemmeno li leggeva perché era il manager che faceva tutto e l’altro dichiarando che non era lui l’incaricato di quel contratto. Per noi sono tutte responsabili, dovevano prevedere un sovraffollamento e le conseguenze".
Marina Verdenelli