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L’uomo non si rassegnava alla fine della relazione
Lei lo lascia dopo una relazione sentimentale ma lui, nonostante vari chiarimenti in cui la donna gli aveva tolto ogni possibilità di ritornare insieme, non si rassegna e dopo i primi corteggiamenti fatti anche di lettere d’amore lasciate nella cassetta della posta, inizia a perseguitarla. Telefonate, messaggi continui, appostamenti fino rintracciarla sui social sotto mentite spoglie dopo che la donna lo aveva bloccato ovunque per non vederlo e non sentirlo più. Solo dopo la misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, arrivato a novembre del 2023, le condotte sono terminate. Per un anno però dalla fine del 2023 alla fine del 2024, la vittima ne avrebbe subite di tutti i colori. Con l’accusa di stalking è finito a processo, davanti al giudice Carlo Cimini, un 40enne di Senigallia. E’ difeso dall’avvocato Marcellino Marcelini. Parte civile con l’avvocato Alessandro Genovali, una 45enne, anche lei senigalliese. Martedì in tribunale è stata sentita la vittima. La coppia si era conosciuta a Natale del 2021, in un locale di Senigallia. Da subito però la relazione non era serena. A Capodanno le prime reazioni violente scaturite per gelosia. A marzo del 2022 lui sarebbe arrivato ubriaco al compleanno della figlia della vittima, offendendo la compagna davanti a tutti gli invitati. Una volta, mentre guidava l’auto, lui le avrebbe preso il volante facendola sterzare e fermare per poi buttarle via le chiavi, presente anche il figlio della donna, e lasciarla a piedi. L’uomo sarebbe arrivato a pubblicare su Instagram anche alcune conversazioni intime della coppia e a fotografarla nuda per inviare le foto al fratello di presunti segni di rapporti sessuali che avrebbe avuto con altri uomini. Durante un periodo di convivenza avrebbe dato dei soprannomi offensivi ai figli della donna perché nati da una precedente relazione. Poi avrebbe perseguitato anche dei parenti della donna, la sorella, i genitori che avevano una bancarella. Ci sarebbero state anche telefonate e messaggi farneticanti per presunti complotti della donna e suoi conoscenti per non fargli avere un lavoro. Contattando la sorella della vittima chiedeva indietro cose personali tra le quali un tubetto di senape interno e un pacco di riso. Dopo che la coppia si era lasciata l’imputato avrebbe continuato a perseguitarla facendole regali che non voleva e attaccando lettere e bigliettini che gli restituiva anche sul posto di lavoro. Il divieto di avvicinamento, esteso anche alla sorella, è ancora in vigore.
Marina Verdenelli