Amianto nel cantiere navale, altra condanna e richiesta di risarcimento alla Fincantieri. L’ultima sentenza è stata emessa pochi giorni fa dal giudice del lavoro del tribunale di Ancona, Arianna Sbano, a favore della moglie e della famiglia di un operaio morto nel 2017 a causa dell’amianto che negli anni gli ha provocato un mesotelioma pleurico che lo ha portato lentamente alla morte. La particolarità rispetto alle decine di cause intentate negli ultimi anni dai familiari di ex lavoratori del cantiere, è che l’operaio iin questione non era un dipendente diretto del cantiere, ma addetto di una ditta in appalto.
"È stato difficile ricostruire la sua storia e soprattutto, a così tanti anni di sistanza, trovare dei testimoni che potessero confermare che l’uomo avesse effettivamente lavorato in cantiere. Ci siamo riusciti _ spiegano Rodolfo e Ludovico Berti avvocati dello studio legale che da sempre segue le cause legate all’amianto, Fincantieri, ma anche contro le ex Ferrovie dello Stato e altre società _ e alla famiglia è stato riconosciuto un risarcimento di circa 720mila euro. In parte alla moglie, in parte alla figlia per la perdita del congiunto collegata alla malattia. Riconosciuto alla moglie dell’operaio anche un danno psicologico, di importo inferiore, ma importante da sottolineare. Sul fronte dello iure hereditatis al contrario probabilmente faremo ricorso in quanto il criterio della malattia terminale è stata valutata attraverso un importo a decrescita a seconda del periodo in cui il mesotelioma si è manifestato". L’operaio è morto cinque anni fa all’età di quasi 80 anni. Nel periodo che va dal 1961 e il 1963, per due anni e mezzo, ha svolto servizio nel cantiere navale per conto di una ditta di carpenteria metallica come tubista e montatore, operando sempre nell’area delle coibentazioni. In quegli anni le navi erano realizzate quasi esclusivamente tramite amianto, ma il problema era quello, alcuni decenni dopo, di trovare ex colleghi di lavoro: "Due testimoni sono stati fondamentali in tal senso _ aggiungono gli avvocati Berti _ perché hanno confermato, senza dubbi, la presenza del familiare delle nostre assistite, al lavoro in cantiere e a diretto contatto con l’amianto". Soltanto lo studio Berti negli ultimi dieci anni ha seguito una cinquantina di cause legate all’amianto nei luoghi di lavoro e l’aggressione tardiva del mesotelioma pleurico: "L’ultima richiesta di seguire una causa ci è arrivata proprio ieri _ aggiungono Rodolfo e Ludovico Berti _, ma credo che col passare dei prossimi anni finiranno. Il tempo di incubazione, stimato anche in 40 anni e più, ha avuto il suo picco negli ultimi anni. l’amianto è stato usato e lavorato fino alla metà degli anni ‘80".
p.cu.