
L’incontro di Moie con. la presenza di numerosi sindaci
Un protocollo, sottoscritto dai sindaci dell’area sulla quale insiste il nuovo insediamento Amazon, per affrontare le problematiche che si troveranno ad affrontare da giugno. E’ la proposta avanzata dal sindaco di Maiolati, Consoli, ai colleghi durante l’assemblea pubblica ospitata a Moie. "Occorre un documento rappresentativo delle istanze che sono state sollevate – dice il primo cittadino –, dove naturalmente non potremmo obbligare Amazon a fare chissà che, ma quantomeno potremmo individuare le nostre richieste, le nostre esigenze, quello che è il riassunto degli interventi che sono stati fatti, sia sulle politiche occupazionali, sia sullo sviluppo economico, sia sulla tutela del piccolo commercio locale che va valorizzato. E poi sull’impatto dell’intermodalità nella gestione delle merci, sulle infrastrutture. Se tutti i sindaci saranno insieme io credo che anche un colosso internazionale come Amazon possa un attimino sentirci". Un appello che trova consensi e che racchiude in qualche modo anche il quadro fornito dal presidente di Interporto Massimo Stronati che tanto si è speso per arrivare all’inaugurazione di giugno-luglio. Il presidente ha puntato, in particolare, sulle necessità infrastrutturali connesse al nuovo insediamento e anche di lavoro.
"Se vogliamo veramente togliere i camion dalle strade – ha spiegato – dobbiamo prevedere che ci siano i treni che portino i cassoni dei camion, treni che devono essere lunghi 750 metri e a Interporto i binari arrivano a quasi 550 che non è poco. Quindi bisogna assolutamente lavorare in una maniera più sinergica. Non solo, la stazione di Interporto non è di ferrovie, non è della Regione. Noi abbiamo scritto alla Regione per cambiare la destinazione da merci a trasporto pubblico locale e questa sarebbe una gran cosa perché secondo me non ci vogliono lavori faraonici, ci vuole volontà e coraggio".
Poi Stronati fa una riflessione e anche una richiesta ben precisa: "Amazon alla fine ha scelto noi perchè ha trovato un posto che era già pronto. Oggi però, con l’arrivo del colosso americano, non abbiamo altro spazio per fare lo sviluppo, e questo è un problema. Se in questa zona arriva un operatore che fa parte della filiera Amazon non può certo andare a trovare un capannone a 18 chilometri, anche se c’è tutto. Quindi dobbiamo cercare le aree nelle vicinanze perchè noi qui in Interporto non ne abbiamo. E comunque siamo al lavoro per cercare di capire come affrontare questa situazione. In questo scenario – conclude Stronati – si inserisce anche un discorso di prospettiva vale a dire la creazione della ZLS, la zona logistica speciale. Perché mai non si deve fare qui che c’è il porto, l’aeroporto e l’interporto in 19 chilometri? Sarebbe proprio la zona migliore. E qui ci sono tutte le questioni di sgravi, di finanziamenti".