Alluvione, in otto rinviati a giudizio

Per i fatti del 2014 a processo anche gli ex sindaci Mangialardi e Angeloni: il reato è di inondazione colposa

Alluvione, in otto rinviati a giudizio

L’ex sindaco Mangialardi il giorno dell’alluvione del 2014

Alluvione del 2014, in otto rinviati a giudizio. Il reato è quello di inondazione colposa, l’unico che non si è prescritto. Tre vittime, 179 milioni di euro di danni, 5mila abitazioni allagate e 1.500 famiglie che hanno perso tutto è il bilancio di quella tragica mattina in cui il Misa è esondato riempiendo di acqua e fango intere frazioni e quartieri della città. Un incubo che la Spiaggia di Velluto ha vissuto otto anni dopo, il 15 settembre 2022 il Misa è esondato di nuovo e il fascicolo della tragedia, che questa volta ha fatto 13 vittime, è finito di nuovo sotto la lente della Procura dell’Aquila: lunedì il Il pm Fabio Picuti ha chiesto il processo per 22 persone tra funzionari e tecnici di regione Marche, provincia di Ancona, consorzio di bonifica Marche e comune di Serra de’ Conti. Per l’alluvione 2014 finiranno a processo due ex sindaci di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ora vice presidente del consiglio regionale, e Luana Angeloni, il comandante dei vigili urbani Flavio Brunaccioni, Gianni Roccato dell’ufficio tecnico del comune, l’ex dirigente della provincia Massimo Sbriscia, il presidente dell’autorità di bacino Mario Smargiasso, l’ingegnere Alessandro Mancinelli, consulente del comune e Libero Principi, funzionario lavori pubblici della regione. L’udienza è fissata per il 10 ottobre 2024: il reato di inondazione colposa si prescriverà nel 2029. Un’udienza durata otto ore quella di ieri in cui gli avvocati hanno presentato le loro arringhe: estromessi come responsabili civili (chiamati in causa dalle parti civili) la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero degli Interni perché la Prefettura (organo di governo sul territorio) non risulta tra gli imputati. Ammessi come responsabili civili il comune di Senigallia, la provincia di Ancona e la regione Marche. Inizialmente i capi di accusa erano più numerosi, erano contestati a vario titolo l’omicidio colposo, le lesioni, l’omissione di atti di ufficio e il falso ma si sono prescritti. Quella del 3 maggio 2014 è una brutta pagina che la spiaggia di velluto non riesce a girare. I risarcimenti erano avvenuti dopo lungaggini burocratiche, mentre il fiume continuava a tenere svegli i senigalliesi per la paura di vivere nuovamente un incubo. Una profezia che purtroppo si è verificata a otto anni di distanza, avviando un’altra indagine per fare giustizia su quanto accaduto una seconda volta.