Effetto siccità: in significativo calo la produzione di girasole, coltura che rappresenta, insieme al grano duro, una delle due colture primarie delle Marche. Preoccupa anche la situazione delle olive che, per effetto di quest’estate torrida, in diversi casi sono cadute a terra e raggrinzite, rischiando di penalizzare quantità e qualità. Per il girasole le Marche con quasi il 30% dei 110mila ettari coltivati in Italia, è abbondantemente davanti alla Toscana che ne ha poco più della metà e ad Emilia-Romagna ed Umbria che seguono a ruota. Sulla base della vendita del seme certificato dal Consorzio Agrario di Ancona che opera su tre province, i terreni coltivati quest’anno a girasole sono stati di circa il 10% in più, attestandosi intorno ai 45mila ettari: le province di Ancona e Macerata sono quelle con maggiori superfici. Ma con una siccità che ha colpito duramente la regione nel periodo estivo, le rese quest’anno sono state al di sotto delle attese: siamo intorno ad una media di 20 quintali ad ettaro, rispetto ai 27/28 dello storico regionale. A parità di massa di semi raccolta, il peso complessivo è inferiore. La produzione è stata a macchia di leopardo, dunque si sono registrate zone dove – per posizione geografica e tipologia dei terreni – si sono raggiunti i 25 ettari.
"Il prezzo è ancora un’incognita – rileva il presidente del Consorzio Agrario di Ancona, Alessandro Alessandrini – perché molte borse merci non lo hanno ancora quotato. L’auspicio è che si possa ottenere un margine superiore ai 36 euro al quintale della precedente campagna, ma sul prezzo vi sono dinamiche che superano i confini nazionali. Di certo, con una spesa media di 1.200 euro ad ettaro, i costi di produzione sono per molte aziende agricole superiori ai ricavi complessivi attesi". Il giro d’affari che il girasole genera nelle Marche si attesta intorno ai 40/45 milioni di euro l’anno.
Sul fronte dell’olio extravergine di oliva le ripercussioni non sono ancora prevedibili con esattezza ma "la siccità ha comportato un po’ in tutta la regione Marche un importante stress idrico e cascola delle olive, soprattutto nella prima parte dell’estate – spiega Barbara Alfei, tecnico Amap per il settore olivicolo – Il persistere di siccità, unitamente alle elevate temperature, ha portato a un anticipo delle fasi fenologiche. Le olive attualmente risultano raggrinzite e in parte colorate a causa di una maturazione anomala, non fisiologica. Laddove ha piovuto negli ultimi giorni le olive si sono parzialmente reidratate, ma la situazione non è completamente recuperata. Le alte temperature estive in compenso hanno contenuto gli attacchi di mosca, anche se le piogge che dovrebbero arrivare di qui alla raccolta, quest’anno probabilmente anticipata, potrebbero esporre a tale rischio. Raccogliere troppo presto olive disidratate – conclude Barbara Alfei – rischia di compromettere la qualità dell’olio e restituire un prodotto sì con molti polifenoli ma con difetto di fieno/legno. Occorre quindi attendere che le olive si reidratino, tenendo conto anche del modello di maturazione delle varietà".