Ancona, 20 marzo 2023 – Pugni al volto e setto nasale rotto al controllore del treno a Genga: preso il responsabile, un ragazzino che è stato portato in comunità. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, in borghese, alle prime luci del giorno, hanno dato esecuzione all’ordinanza del gip di Ancona, applicando a un Fabrianese, minorenne, la misura cautelare del collocamento in comunità poichè ritenuto responsabile di resistenza, minaccia a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e interruzione di pubblico servizio. È stato incastrato grazie alle immagini della videosorveglianza e ad alcune testimonianze. Il fatto era accaduto il 19 novembre scorso e aveva suscitato grande clamore. Persino il vicepremier e leader della Lega Salvini aveva postato: "Bullo senza biglietto si scaglia contro il controllore e gli rompe il naso. Questo delinquente non può passarla liscia!".
Il capotreno del convoglio regionale che unisce le Marche all’Umbria aveva controllato un giovane sprovvisto di biglietto. Dovendo sanzionarlo, gli aveva chiesto di esibire un documento di identità da lui mostrato in pessime condizioni e scaduto. A quel punto il controllore gli ha intimato di scendere avvisandolo che, in caso contrario il treno non sarebbe ripartito ma il passeggero aveva iniziato a insultarlo e minacciarlo per farlo desistere dal proprio dovere. A quel punto il capotreno ha fermato il treno, scendendo alla stazione di Genga: stava contattando il numero di emergenza quando il ragazzo si è scagliato contro di lui che era sul marciapiede, centrandolo con tre pugni al volto per poi scappare. Il capotreno ha riportato la rottura del naso e un’alterazione permanente con una prognosi superiore ai 40 giorni. Mentre veniva portato in ospedale la corsa del treno è stata soppressa.
I militari, guidati dal capitano Mirco Marcucci, hanno subito prelevato le immagini delle telecamere a bordo del treno e ascoltato le testimonianze degli altri passeggeri. Informato il procuratore dei Minori Giovanna Lebboroni, gli investigatori hanno cercato di associare al volto un nome fino a che il controllore ha riconosciuto il suo aggressore. Il gip, concordando in pieno con la richiesta formulata dal Procuratore dei Minori ha riconosciuto il concreto e attuale pericolo che il ragazzino potesse reiterare quei reati, una elevata pericolosità sociale desunta anche da altri reati commessi dallo stesso. Di qui la misura cautelare del collocamento in una comunità.