Presidio per l’aborto libero, sicuro e garantito ieri pomeriggio davanti al Salesi. Le attiviste e gli attivisti della campagna "Not on My Body" hanno manifestato per chiedere la piena applicazione della legge 194 in Italia sottolineando come nelle Marche siano tante le criticità riguardo la tutela di questo diritto. "I consultori, nati come spazi di salute, prevenzione ed educazione, pubblici e gratuiti, negli anni sono stati svuotati di senso e di pratiche, resi semplici ambulatori sanitari, in linea col modello aziendalistico della sanità. Nelle Marche queste strutture sono state fortemente ridimensionate, a fronte di crescenti finanziamenti e convenzioni con strutture private, spesso inadempienti" hanno spiegato i manifestanti. I consultori dovrebbero essere, anche spazi per abortire: sono coinvolti infatti in alcune fasi del percorso di interruzione volontaria di gravidanza, una pratica essenziale per l’autodeterminazione delle donne e delle soggettività queer, garantita dalla legge 194 del 1978 e applicata attraverso l’assunzione della pillola RU486. Che non prevede anestesia, intervento e ospedalizzazione, e può essere assunta entro la nona settimana di gestazione. "Peccato – proseguono le femministe – che nelle Marche questa finestra temporale sia stata arbitrariamente ridotta a sette settimane e pochissimi ospedali autorizzino la pratica (ma comunque nessun consultorio). La media nazionale delle ivg farmacologiche è del 47,3%, nelle Marche il dato scende al 20,7%. Negli ospedali di Jesi, Fabriano, Civitanova Marche e Pesaro il servizio non è garantito". Il presidio prosegue oggi dalle 10 alle 11 davanti alla palazzina del Cras in via Cristoforo Colombo.
Cronaca"Aborto libero e sicuro". Presidio davanti al Salesi