
"A far spesa pur affetto da Covid". A processo
Doveva stare a casa perché aveva contratto il Covid-19, ma sarebbe andato al supermercato con la moglie a fare la spesa. Era novembre 2020, la pandemia stava attraversando ancora l’ondata più brutta e il Coronavirus era molto infettivo e mieteva vittime ogni giorno. A pizzicare il malato a spasso era stata un’infermiera dell’assistenza domiciliare, quella preposta ad andare a casa a somministrare la terapia ai pazienti affetti dal virus. Per l’infetto era partita la segnalazione al medico referente che aveva inoltrato la violazione della quarantena alla questura. Per il paziente, 43 anni, di Trecastelli, era scattata la denuncia per non aver rispettato il decreto legge emesso al tempo sulle misure di contenimento della diffusione del Covid-19.
Dalla denuncia si è arrivati ad un processo in tribunale, uno dei primi su questi casi per Ancona dove ieri si è aperta l’istruttoria e sono stati sentiti i primi testimoni dell’accusa. L’imputato, accusato di aver violato la quarantena e che rischia dai 3 ai 18 mesi di carcere (oltre ad una multa fino a 5mila euro), è il 43enne, difeso dall’avvocato Federico Bertuccioli. Davanti alla giudice Antonella Passalacqua sono stati sentiti il medico che ha fatto la segnalazione alla questura e l’infermiera che aveva appurato l’assenza da casa e l’uscita del malato e della moglie che doveva stare in isolamento fiduciario.
Al 43enne era stata diagnosticata la positività al virus il 3 novembre del 2020. Una infezione acuta la sua tanto da avere avuto tutti i sintomi del Covid-19. L’infermiera era andata nell’abitazione di Trecastelli il 13 novembre dello stesso anno. "Dovevo somministrare al paziente la terapia – ha raccontato in aula la testimone – ma suonando nessuno mi ha risposto. Ho citofonato due volte. Sul retro ho poi visto la figlia della coppia, era con una ragazza, ho chiesto a lei dove erano i genitori e mi ha risposto che erano usciti. Ho preso il telefono e ho informato il mio referente. Poi ho visto arrivare il paziente con la moglie in auto, imboccare il vialetto di casa e scendere con le buste della spesa. Ha pure reagito in maniera sgarbata. Per me era ancora infettivo". L’infermiera sarebbe arrivata un’ora prima dell’orario pattuito per la somministrazione della terapia con un altro infermiere che il giorno prima era stato dal 43enne ma non aveva potuto fare la cura perché la fialetta si era rotta. La difesa ha respinto le contestazioni. Il 43enne non sarebbe uscito di casa e l’infermiera l’avrebbe visto quando era già all’interno della proprietà. Le buste non sarebbero state nemmeno della spesa ma avevano solo il logo di un noto supermercato. Prossima udienza il 5 marzo.
Marina Verdenelli