Lo sguardo un po’ spaesato, ma tenace. Di chi non molla, insomma. Tanto che qualcuno, nel reparto della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Torrette, l’ha già definita una "nonnina di ferro". È sdraiata nel letto, assieme ad un’assistente, quando la incrociamo nel pomeriggio di ieri. Lei è Carolina, 102 primavere sulle spalle. Ne ha viste e passate tante, nella sua lunga esistenza. Guerre comprese. Le lancette dell’orologio hanno girato veloci. E i segni dell’età che avanza, inesorabilmente, si percepiscono. Ma la dolce Carolina, originaria del Fermano, ha reagito ancora una volta alle avversità della vita. Circondata dall’affetto della sua famiglia, sempre presente. E dalla competenza dei suoi medici-angeli che l’hanno presa in cura, dopo una brutta caduta ed una frattura scomposta del femore nei giorni scorsi, assicurando che il suo viaggio d’amore possa continuare. L’anziana, infatti, si era rivolta inizialmente ad un’altra struttura sanitaria la quale, però, data l’elevata complessità del caso clinico e, soprattutto, della gestione post-operatoria, aveva deciso di non operarla. A quel punto, lei e i suoi cari, hanno deciso di bussare alle porte dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. E in particolare alla struttura diretta dal dottore Raffaele Pascarella, il medico delle star del motociclismo, l’ortopedico dei vip. Sotto i suoi ferri sono passati piloti, e campioni del mondo, del calibro di Valentino Rossi e Francesco ‘Pecco’ Bagnaia. E presto toccherà anche all’atleta di Superbike Danilo Petrucci. Sliding doors, direbbero gli inglesi. Per una porta scorrevole chiusa, ce n’è stata un’altra, nel nosocomio del capoluogo, che è rimasta aperta per Carolina. Intervento fatto, perfettamente riuscito e, adesso, la nonnina di ferro brucia le tappe, grazie ad un percorso riabilitativo, per rialzarsi.
Il prossimo obiettivo: le dimissioni e il ritorno a casa. Questo grazie ad un ospedale ed una sanità pubblica che hanno scelto di non lasciare indietro nessuno. Perché i vecchini sono le nostre radici, i nostri baluardi. E proprio perché più fragili, vanno tutelati con maggiori risorse ed energie. "Grazie alla competenza e all’esperienza del nostro personale ortopedico, anestesiologico, fisioterapico e infermieristico – la soddisfazione del direttore generale dell’Aou delle Marche, Armando Gozzini – abituato a gestire pazienti complessi e politraumatizzati è stato possibile trattare chirurgicamente la signora Carolina. Con l’allungamento della vita, pazienti anche molto anziani, si sottopongono ad interventi di protesi per riacquistare autonomia e non vivere nel dolore: una società che non si cura degli anziani sancisce il suo fallimento". Buona nuova vita, nonna Carolina.