Filottrano (Ancona), 5 giugno 2024 – Il calcio è uno degli sport più amati a Filottrano dove c’è una prestigiosa tradizione. Terminati tutti i campionati, dalla serie A a quelli minori, dove si stanno svolgendo le ultime partite di play-off, e in attesa degli Europei in partenza il 14 giugno a Parigi, la città della moda ospita oggi alle 18 al teatro Torquis, l’allenatore della squadra più forte di tutti i tempi: Arrigo Sacchi.
Il profeta di Fusignano che al suo debutto in serie A conquistò subito lo scudetto col Milan e l’anno successivo la Coppa dei Campioni con quella squadra dell’89 in cui brillavano le stelle di Baresi, Maldini, Ancelotti e i tre olandesi Gullit, Rijkaard e Van Basten, parlerà a tu per tu con il giornalista Luca Falcetta della sua bellissima esperienza da allenatore che lo portò poi a dirigere la nazionale italiana a Usa ‘94, quando sfiorò la Coppa del Mondo in finale perdendo col Brasile ai rigori nell’afa di Pasadena.
Sacchi è stato determinante per cambiare la mentalità del calcio italiano e di quello internazionale, il suo modo di allenare ha segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo. Ora i grandi allenatori si rifanno tutti al suo pensiero: da Pep Guardiola allo stesso Carlo Ancellotti, fresco vincitore della sua quinta Champions League con il Real Madrid. Pur essendo nato il primo aprile, la vita di Arrigo Sacchi è stata tutto meno che uno scherzo.
Con i rossoneri ha conquistato trofei in Italia e all’estero. Un campionato, una Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali. E’ stato un raro esempio di come il lavoro, l’impegno e la lungimiranza possano aiutare a fare la differenza. Per lui non è mai il singolo giocatore a fare la differenza, ma il gioco. Il suo calcio totale, a zona, con il 4-4-2 e il pressing a tutto campo, ha permesso al suo Milan non solo di vincere, ma di giocare bene divertendo e appassionando il pubblico di tutto il mondo.
Per Sacchi non ci sono primedonne o gregari, tutti i giocatori si devono sacrificare per suonare una sinfonia e soprattutto per suonarle agli avversari. Questa sua concezione del calcio, può essere trasferita anche a tutti gli altri settori, nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni, perché il duro lavoro, la disponibilità a collaborare e il gioco di squadra pagano sempre.
Si può perdere, la sconfitta fa parte della vita, ma se si perde giocando al meglio o dando tutto se stessi non si ci si deve recriminare nulla.
Sacchi, una volta lasciata la carriera da allenatore, ha partecipato a seminari formativi e motivazionali. Si può essere leader anche non vincendo, ma l’importante è provarci con tanto impegno e lavoro.
Durante la discussione toccherà questi argomenti e presenterà al pubblico il suo ultimo libro, uscito nel novembre scorso per Cairo Editore, “Il realista visionario”. Ovviamente si parlerà anche del calcio di oggi e degli imminenti Europei.