{{IMG_SX}}Jesi (Ancona), 9 gennaio 2008 - Chiude lo zuccherificio di Jesi facente capo al gruppo Sadam-Eridania. Circa quattrocento le persone che resteranno senza posto di lavoro: i 100 operai, la settantina di impiegati e i 250 lavoratori stagionali e avventizi. A dare la comunicazione è stata oggi la stessa azienda, che ha annunciato la chiusura definitiva dello zuccherificio jesino. In risposta a simile annuncio è scoppiato, da parte dei lavoratori, uno sciopero spontaneo immediato, che proseguirà a oltranza.
"Un fulmine a ciel sereno" è stato il commento alla notizia da parte della Rsu e dei sindacati Fai Cisl e Flai Cgil. Silvano Giangiacomi, segretario regionale della Fai, ha ricordato che soltanto il 13 dicembre scorso, in un incontro svoltosi a Roma, il gruppo aveva annunciato la cassa integrazione per i siti già dismessi (Fermo, Castel Fiorentino e Celano), senza però fare alcun accenno alla chiusura dell'impianto di Jesi. E nessun accenno neppure due mesi fa, in un incontro convocato per iniziativa dell'amministrazione comunale jesina.
''Smantellare lo stabilimento - ha sottolineato Giangiacomi - significa cancellare la produzione di bietola da zucchero in tutto il centro Italia, dove non esistono altri impianti''. In particolare i sindacati temono che la decisione della Sadam-Eridania sia dovuta unicamente alla volontà di ''incassare contributi per 70 milioni dall'Unione europea'', pertanto i rappresentanti dei lavoratori fanno sapere che non si siederanno al tavolo delle trattative se non verrà garantita almeno la campagna 2008, e se il cda non tornerà sui propri passi. Per domani 10 gennaio era già in calendario un incontro presso la Regione con le associazioni bieticole, mentre per venerdì 11 è convocato a Roma il tavolo di coordinamento nazionale del gruppo, con la partecipazione dei delegati sindacali di tutti gli stabilimenti.
Scetticismo da parte dei sindacati anche su possibili ipotesi di conversione dello zuccherificio. ''Anche l'impianto di Fermo doveva essere riconvertito - ricordano -, ma in due anni non è ancora successo niente''. Frattanto a Jesi la mobilitazione proseguirà anche con altre azioni di protesta, oltre al presidio della fabbrica.
Al coro dei contestatari si aggiunge anche il segretario della Cgia Trasporti Gilberto Gasparoni, che esprime la ''totale contrarietà" dell'organizzazione artigiana alla chiusura dello zuccherificio Sadam-Eridania di Jesi, l'unico rimasto aperto nelle Marche e nell'Italia centrale. La sua chiusura, secondo Gasparoni, cancellerebbe di fatto la produzione della bietola da zucchero nell'Italia centrale, e per di più a campagna già avviata, visto che gli agricoltori hanno seminato migliaia di ettari di prodotto.
Confartigianato Trasporti sottolinea pertanto l'esigenza di salvaguardare il comparto, ''non solo per tutelare il settore agricolo, ma anche centinaia di lavoratori stagionali, contoterzisti e autotrasportatori".
Intanto, domani mattina, i coltivatori marchigiani bieticoli della Cnb, trasportatori e lavoratori del settore dello zucchero, daranno vita ad Ancona ad un presidio davanti alla sede della Regione Marche, per protestare contro la chiusura dello stabilimento.
I manifestanti esorteranno l'assessore regionale all'Agricoltura Paolo Petrini a impegnarsi facendosi portavoce delle istanze della categoria presso il ministero dell'Agricoltura. ''E' estramente grave - dice la Cnb - che a contrattazione conclusa, con oltre 10mila ettari destinati dalle aziende agricole alla coltura della bietola, la Sadam non mantenga gli impegni assunti''. Tanto piu' che nello stabilimento di Jesi la produzione di zucchero viene garantita con costi variabili fra i più bassi d'Italia.
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