REDAZIONE VENEZIA

Riaperture, Zaia: “Rivedere le decisioni su scuola e coprifuoco”

L’affondo del governatore del Veneto: “Rientro alle 22, quale turista lo vorrebbe? Non è una scelta politica, serve buonsenso”. E rilancia i temi alla Conferenza delle Regioni di oggi

Riaperture, Zaia: “Rivedere le decisioni su scuola e coprifuoco”

Studenti a scuola al 70% e coprifuoco alle 22. Sono questi i due grandi temi al centro del dibattito politico dopo il decreto legge sulle riaperture post Covid votato ieri in Consiglio dei ministri. Temi che il governatore veneto Luca Zaia vorrebbe ora mettere di nuovo in discussione alla Conferenza delle Regioni di oggi. 

Zaia: “Guardiamo in faccia la realtà”

Per Zaia, infatti, "è fondamentale guardare in faccia la realtà. Spero vivamente che il Presidente del Consiglio prenda in mano questo dossier e che si trovi assolutamente un modo per arrivare ad una revisione. Il tagliando è quello del buonsenso, tutti possono cambiare idea". 

E aggiunge: "Qualche perplessità ce l'abbiamo. La nostra è stata un'istanza di riapertura, condivisa da tutte le Regioni italiane, ma anche dai Comuni che sono tutti in linea con il fatto che ci vuole una ratio per leggere un decreto. Tutto deve avere un senso".

Scuole, mancano i mezzi

Secondo l’esponente leghista, però, il coprifuoco alle 22 di senso non ne ha. "Come per le scuole, per le quali è stata prevista la presenza al 70% quando noi chiedevamo il 60%". Indicazione legata principalmente alla difficoltà di reperire i mezzi necessari per il trasporto degli studenti. 

"Ci sono – aggiunge – tutti presupposti per affrontare questi temi che, ribadisco, non si basano sul colore politico". Le Regioni "hanno fatto delle linee guida non con la casacca politica, ma con i suggerimenti dei direttori dei servizi di prevenzione. Che, tra l'altro, per i ristoranti prevedevano le aperture a pranzo e a cena con il distanziamento tra i tavoli che aumentava nelle zone rosse”.

“Serve buonsenso”

“La vera sfida – prosegue Zaia – è capire come gestire questa fase che, in maniera innegabile, dovremo affrontare. Il punto di caduta è quello delle linee guida. Noi le abbiamo elaborate e un dibattito con la comunità scientifica è giusto che ci sia. Ma alcune cose sono senza senso, incompatibili tra loro". 

Per il Presidente del Veneto "il punto di mediazione si chiama buonsenso e sembra che in alcuni aspetti non ce ne sia" e auspica "si tenga conto delle istanze delle Regioni che, se hanno fatto delle proposte, queste fanno leva su una base scientifica”. 

“Penso che ci siano le possibilità di far collimare le richieste delle Regioni con la tutela della salute. Dopo di che ritengo che dialogare e confrontarsi sia fondamentale per risolvere il problema. Le Regioni non hanno mai operato in contrapposizione con il Governo di turno".

“Coprifuoco? Per Cts scelta politica”

Infine, il governatore veneto rincara la dose sul coprifuoco alle 22. “Qualcuno andrebbe in vacanza o comprerebbe un pacchetto di viaggio col rischio di chiudersi in tenda del campeggio o in albergo alle 22? È inevitabile che uno si guarda attorno e dice che c'è forse anche qualche posto dove non c'è il coprifuoco". 

"Qualcuno mi dice – spiega Zaia – che il Cts ha scritto che il coprifuoco è una scelta politica. Non mi risulta che ci siano tanti Paesi nel mondo col coprifuoco. La mia non è una posizione fondamentalista, da pasdaran. Ci mancherebbe. Il virus c'è e non bisogna abbassare la guardia. La prima industria del Veneto è il turismo con 18 miliardi di fatturato, 72 milioni di presenze e il 68% rappresentato da stranieri. Noi mettiamo a rischio la nostra stagione turistica: non esiste”.