"Poche offerte, pagare le bollette è un’impresa"

A causa della chiusura delle chiese per il lockdown crollo delle elemosine. Forti le difficoltà dei sacerdoti che si misurano con la crisi delle parrocchie

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"Le offerte dei fedeli sono calate del 30%, abbiamo dei problemi per le spese, i soldi sono sempre meno e la gestione è sempre la stessa". Don Claudio Gatti, parroco della concattedrale del Duomo di Rovigo, rappresenta il disagio di tutti i parroci di fronte alla crisi che si è abbattuta sulle parrocchie a causa dell’epidemia da Covid-19. Bollette, mutui, contributi ai collaboratori, magari l’idraulico da chiamare per il guasto imprevisto. Oggi, nelle parrocchie svuotate dai fedeli per l’emergenza Coronavirus, la riflessione sulla spiritualità si accompagna agli affanni sui conti in rosso. Prima lo stop alle offerte in tutto il periodo del lockdown in cui le funzioni sono rimaste bloccate, poi la ripresa delle messe, ma con i numeri contingentati e il divieto di raccogliere la questua tra i banchi dei fedeli.

Don Gatti, in piatto piange, vi mancano anche i soldi di chi accende una candela a Sant’Antonio. Lei cosa sta facendo per far quadrare il bilancio della parrocchia?

"Sto cercando di arrangiarmi. Ogni tanto lo ricordo ai parrocchiani, in chiesa però c’è meno gente. Coi numeri contingentati e visto che non si può più passare la questua, abbiamo sistemato delle cassettine in fondo al tempio, qualcuno se ne ricorda ma la maggioranza tira dritto, forse perché non è abituata. Il risultato è che il ricavato delle offerte è crollato. E quindi facciano fatica a pagare luce, acqua e spese di mantenimento della chiesa e in più ci sono le opere parrocchiali che continuano a pesare"

I protocolli da Covid inoltre impediscono di organizzare feste, campi estivi, iniziative sociali che hanno sempre garantito una forma di autofinanziamento. Com’è la situazione?

"Quest’anno non abbiamo organizzato i campi estivi ma solo l’animazione. Niente da fare per i campi scuola. Adesso stiamo facendo il possibile per organizzare il catechismo, ma è un bel problema"

Avete già un’idea su come riprendere?

"Ci ritroveremo questa settimana per parlarne, speriamo di trovare una soluzione. La questione del catechismo si intreccia con l’apertura delle scuole. Se qualcuno si ammala durante il catechismo diventa una questione che coinvolge tutte le famiglie. Bisogna pensarci bene prima di partire, vedremo se sarà possibile"

Senza i soldi delle offerte come sta affrontando l’aumento esponenziale delle persone, delle famiglie da aiutare a casa dell’emergenza?

"Il ricavato delle offerte serviva ad aiutare le famiglie bisognose, quindi in questo caso si è aperto un problema serio. È vero che ci sono delle persone generose che elargiscono offerte alla Caritas, ma le prospettive, stando così, sono sempre più incerte. Con le chiacchiere non si pagano le spese. Dobbiamo trovare una soluzione".

Giuliano Ramazzina