Rovigo, 6 febbraio 2012 - AVEVA chiuso la sua fidanzata nel portabagagli della macchina contro la sua volontà. Lei, per liberarsi, era caduta dall’auto in corsa sulla A13 rischiando di essere investita. Ma ieri, per il 37enne di Bosaro accusato di sequestro di persona, è arrivata l’assoluzione perchè «il fatto non costituisce reato». Questa la decisione del collegio del tribunale di Rovigo, presieduto da Dodero, che ha accolto la versione dei fatti fornita dall’accusato, ignorando la testimonianza della giovane moldava finita sull’asfalto dopo il Ponte sull’Adige della A13 e soccorsa da un automobilista di Stienta di passaggio.
In aula, nelle udienze precedenti, si erano fronteggiate due ricostruzioni diverse, non tanto su ciò che era accaduto, quanto sulle motivazioni del gesto. Sia la giovane moldava che il fidanzato 37enne non avevano infatti mai negato il fatto che lei fosse stata trasportata nel bagagliaio dell’auto per una ventina di minuti e più. Ma mentre per la ragazza, e per il pm Sabrina Duò, il fatto sarebbe avvenuto contro la sua volontà, per il 37enne si sarebbe trattato di un gesto dettato da una particolare situazione contingente. Secondo il 37enne, difeso dall’avvocato Agnesini, la ragazza, nel periodo di fidanzamento, aveva evidenziato dei problemi «comportamentali e neurologici» con eccessi d’ira.
Il 37enne, per evitare una crisi in cui «perdesse conoscenza come già era accaduto» avrebbe deciso di portarla in ospedale. Che l’abbia fatto trasportandola nel portabagagli, dove secondo il 37enne sarebbe «caduta», e percorrendo una strada inconsueta, per i giudici è risultato un fatto verosimile e «che non costituisce reato». Da qui l’assoluzione. Soddisfatto della sentenza l’avvocato Agnesini.
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