Rovigo, 21 luglio 2011 - ASSOLTA da otto dei dieci capi d’accusa che la riguardavano. Condannata, con ammende, soltanto per molestie e per ingiurie. Questa la sentenza emessa ieri dal tribunale di Rovigo nei confronti di Luana Zanaga, la poliziotta rodigina che era accusata di violenza privata, molestie, minacce e ingiurie nei confronti di due ex fidanzate e alcune amiche, incassa una vittoria a metà. Dovrà infatti pagare un’ammenda di 300 euro e un danno morale di 2mila euro per molestie su una ragazza di 38 anni, assistita dall’avvocata Sofia Tiengo, che nel 2008 l’aveva denunciata, sostenendo di essere stata perseguitata dalle sue continue telefonate ed sms, e aveva dato il via così alla vicenda giudiziaria e che si era costituita parte civile. Inoltre la Zanaga dovrà pagare 160 euro di ammenda per una condanna per ingiurie su un’altra donna, amica di una ragazza di 18 anni, cui aveva mandato messaggi telefonici.
«Il castello accusatorio è stato demolito», ha detto l’avvocato Fulvio Pellegrino, del foro di Trieste, legale della Zanaga. Annunciando il ricorso relativamente alle due condanna per molestie e ingiurie. Aveva fatto scalpore la vicenda dell’agente polesana, che aveva dichiarato la sua omosessualità, denunciando le discriminazioni di cui si sentiva vittima sul posto di lavoro, e che si era trovata a rispondere delle pesanti accuse nei confronti delle sue ex amiche. La linea difensiva dell’avvocato Fulvio Pellegrino ha punta a dimostrare la reciprocità degli scambi telefonici tra le donne e che le indagini condotte sulla sua assistita, avendo registrato soltanto le telefonate della Zanaga dirette alle sue amiche e non quelle di risposta, sarebbero state «indagini unidirezionali». Tesi che sembrerebbe aver parzialmente convinto il giudice Materia. Soddisfazione per la sentenza è stata espressa anche dall’avvocato Sofia Tiengo, del foro di Rovigo per il riconoscimento delle molestie nei confronti della sua assistita anche se «il castello accusatorio è stato di fatto sgretolato».
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