Rovigo, 4 marzo 2016 - Hanno un nome e un cognome i corpi trovati l’altro pomeriggio all’interno di un casolare di via Roma a Guarda Veneta. I due cadaveri erano in avanzato stato di decomposizione e giacevano sul pavimento, all’interno della casa abbandonata che affianca il rudere di una stalla. Accanto a loro, una stufetta a legna e qualche straccio. I due corpi appartengono a Davide Tamiso, 56 anni, originario di Selva e Andrea Varolo, 45 anni nato a Torino.
I due pare fossero anche parenti alla lontana, ad accomunarli quel destino da barboni. Vivevano in quel vecchio casolare di via Roma, di proprietà della famiglia Treves. Davide in passato aveva fatto il pastore in zona, ma poi non aveva più lavorato. Andrea, invece, era diventato un clochard dopo essersi separato dalla moglie, con cui aveva avuto anche una figlia, residente in Piemonte. A Rovigo, li conoscevano tutti, in particolare Davide, solito frequentare la mensa dei frati Cappuccini e la parrocchia del Duomo. Qui non era difficile incontrarlo davanti al sagrato della chiesa a chiedere l’elemosina. Poi ripartiva sulla sua bicicletta carica di sportine e faceva ritorno a Guarda. Andrea invece si faceva vedere meno, restava per lunghi periodi in paese, dove aveva anche un parente, il cugino Loris, colui che, l’altra sera, è stato chiamato dai carabinieri per il riconoscimento del corpo. I due senzatetto, secondo una prima ricostruzione, sono morti probabilmente in seguito alle esalazioni della stufa a legna che utilizzavano per scaldarsi. A confermarlo potrebbero essere proprio le pareti annerite della piccola stanza dove sono stati rinvenuti i due cadaveri. A dire esattamente quando e perché i due uomini sono spirati, sarà l’esito dell’autopsia.
Ma la vicenda si tinge di giallo. Secondo gli amici clochard, Davide ed Andrea non si vedevano in giro da molto tempo. In un primo momento, già dall’autunno scorso, nell’ambiente dei senzatetto, correva voce che Andrea fosse morto. A smentirlo però il cugino Davide che aveva raccontato ai volontari della mensa dei Cappuccini che l’amico non si sentiva molto bene, a causa di un ‘tremore’ che lo aveva colpito agli arti. «Deve stare attento con il fuoco - spiegava il 56enne -, perché ha le mani che gli tremano molto». Dopo le festività natalizie però Tamiso era sparito. Dall’Epifania non si era più fatto vedere. L’atroce dubbio, ora, è che il corpo dei due uomini si trovasse all’interno del casolare da più di un mese. E che, forse Andrea, addirittura avesse perso la vita molto tempo prima e che l’amico, in quel periodo, avesse deciso di vegliare sul suo cadavere, perché non riusciva separasi dal compagno di strada. Le indagini del nucleo operativo ed investigativo dei carabinieri di Rovigo cercheranno di far luce su questa drammatica vicenda.