Rovigo, 22 giugno 2016 - Bastonava la nipote adolescente per costringerla a portare il burqa; condannato a due anni e otto mesi di reclusione. Una sentenza durissima quella emessa ieri dal giudice Carlo Negri del tribunale di Rovigo nei confronti un nordafricano residente, all’epoca dei fatti, in alto Polesine, assieme alla nipote minorenne che gli era stata affidata dal padre stesso, tornato per breve un periodo in Marocco.
I maltrattamenti erano nei confronti della ragazza, all’epoca 13enne. L’uomo era accusato di avere messo in atto, dal 2009 al 2011, comportamenti violenti per ‘convincerla’ ad indossare il burqa , ma anche per obbligarla a non frequentare coetanei. Atti violenti compiuti, secondo l’accusa, anche dal genitore stesso, finito a processo per la medesima accusa ma assolto per la non gravità degli episodi contestati. Secondo la ricostruzione fatta dal pubblico ministero Andrea Bergo la ragazzina, ogniqualvolta disubbidiva allo zio, anche solo rifiutandosi di occuparsi delle faccende domestiche, veniva sottoposta ad una serie di maltrattamenti, percosse abituali che le venivano inflitte attraverso l’uso di un bastone.
Una violenza inaudita che il congiunto esercitava nei confronti della minore, probabilmente, secondo il suo punto di vista, ‘troppo occidentalizzata’ e non rispettosa degli usi e costumi del proprio Paese d’origine. Grazie ad alcune testimonianze raccolte, ad un certo punto, erano emersi i maltrattamenti ai quali era sottoposta la minore. A confermare quelle violenze anche un accesso al Pronto soccorso effettuato dalla stessa, a maggio 2011, dove i sanitari le avevano riscontrato ‘ contusioni multiple agli arti superiori e inferiori’ ,lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. Lo zio, secondo quanto emerso durante l’udienza dibattimentale, costringeva la figlia a vivere in uno stato di suggestione e paura per il pericolo di continue percosse”. L’uomo in pratica, non era disposto ad accettare che la nipote assumesse modi di fare e abitudini appartenenti ad altra cultura, alla pari dei suoi coetanei italiani. Ieri, il giudice del tribunale di Rovigo Carlo Negri, ha condannato l’uomo a due anni e otto mesi per quegli atti violenti esercitati nei confronti della figlia, all’epoca minore, non trovando in quelle gesta nessun tipo di condotta giustificata dal fine educativo. Assolto invece il padre della ragazza, responsabile di aver inflitto alla figlia solo qualche schiaffo.