NIVES CONCOLINO
Rimini

Laura Morante: “Rimini? Da bimba era il posto meno caro d’Italia”. Ecco le foto

Bagno di folla per la regista e attrice arrivata al Giometti Cinepalace per presentare il suo ’Assolo’ FOTO

Laura Morante (Foto Concolino)

Laura Morante (Foto Concolino)

Riccione, 23 febbraio 2016 - Bagno di folla ieri sera per Laura Morante (FOTO), arrivata al Giometti Cinepalace per presentare 'Assolo', film che la vede protagonista e regista. Al suo fianco il primo marito, il co-sceneggiatore Daniele Costantini. Con lo charme di sempre e il suo tenue sorriso l’artista ha sedotto le platee delle tre sale, che hanno proiettato in contemporanea il suo film. Una pellicola imperniata su Flavia, donna di 50 anni che vive da disadattata tra mille insicurezze, dopo due matrimoni. Un gradita tappa per l’artista, che dopo essere stata a Rimini e a Riccione da bambina, non era più tornata in Riviera. Con lei stasera, alle 20,30 altro appuntamento nella multisala Le Befane a Rimini.

Com’è nato ‘Assolo’?

«Come ‘Ciliegine’, é nato da una scena intorno alla quale si è poi creata tutta la vicenda, partendo dal sogno sulla veglia funebre alla quale sono presenti tutti gli uomini di Flavia, ex mariti, amanti, figli. E’ seguito un lungo lavoro, facilitato comunque da tanto materiale, messo insieme con enorme difficoltà, perché vasto e variegato».

Da attrice a regista, come vive questo doppio ruolo?

«Ancora faccio la spola, nel prossimo film si vedrà, magari starò solo da una parte. Scindersi è comunque difficile. Nei giorni in cui non recitavo mi sentivo sollevata, più padrona del set, libera d’improvvisare».

Chi è Flavia?

«E’ una donna di una certa età, che ha un grande scoglio, quello dell’autostima. E’ un personaggio che il film ricostruisce in modo umoristico, scherzoso, ponendola in una posizione subalterna, perché dipende dagli altri e si vede attraverso lo sguardo degli uomini».

Cosa che spesso accade nella realtà e che non dovrebbe succedere?

«Penso che l’eredità femminista con tutti i suoi eccessi sia stata dissipata, ci ha lasciato una straordinaria eredità che poi si è dispersa. C’è una reale necessità di recuperare il possesso di se stesse».

Ha lavorato con registi del calibro di Avati, Muccino, Bertolucci e Moretti, c’è qualcosa di loro in lei?

«Spero che abbiano lasciato qualche traccia, non so! Molti mi hanno detto che c’è un tono alla Woody Allen, ma io con lui non ho mai lavorato, però conosco bene i suoi film».

Al suo fianco, oltre a Francesco Pannofino, Lambert Wilson, Marco Giallini e Angela Finocchiaro, c’è Piera Degli Esposti, cosa ci dice di lei?

«E’ un’attrice di grande talento, nel film è stata straordinaria. Mi ha detto che da quando ha preso parte a questo film, le donne la chiamano per chiederle consiglio, ma lei dice: non sono la Dottoressa Grünewald».

Quanto c’è di lei in ‘Assolo’?

«Non è un film autobiografico, ma qualcosa di me c’è. Diverse scene sono ispirate a storie reali, ma non sono quelle che sembrano più vere».

Ritiene che soli si stia bene?

«Bisogna saper stare bene anche da soli, bisogna godersi la solitudine per stare in compagnia. Comunque il concetto di famiglia deve evolvere».

Con Costantini sta progettando altro?

«Si, ma siamo ancora alle primissime fasi».

Tornare a Riccione dopo tanti anni che effetto fa?

«Per me è come venirci per la prima volta, perché ci sono stata da bambina, ma non me la ricordo per niente. Ho più memoria di Rimini, dove un anno mia mamma mi portò in vacanza con il mio fratellino. Era il posto meno caro d’Italia».