Rimini, 11 marzo 2016 - Sono accusati di aver fatto riunioni politiche nel posto di polizia della prefettura. E soprattutto, di aver raccolto, sempre a fini politici, informazioni riservate sul sindaco Andrea Gnassi e sull’avvocato Davide Grassi, il candidato di una delle due liste del Movimento 5 stelle.
Accuse pesanti, quelle nei confronti di due poliziotti da molti anni in servizio alla Questura di Rimini, e che hanno spinto alcuni giorni fa il questore Maurizio Improta a prendere dei duri provvedimenti nei loro confronti. Per i due agenti è scattato il trasferimento a mansioni e uffici diversi da quelli in cui erano impiegati abitualmente.
Non solo: sono già state avviate nei loro confronti, da parte degli uffici competenti della questura, le pratiche per un’eventuale azione disciplinare. I due poliziotti, se le accuse saranno confermate, rischiano come minimo il richiamo ufficiale di deplorazione. E potrebbero avere guai anche dal punto di vista penale: tutti gli atti nei loro confronti sono stati infatti già trasmessi alla Procura di Rimini, oltre che direttamente al ministero a Roma, intenzionata a indagare sulla loro attività.
Della vicenda, tenuta riservata dagli uffici della Questura, è già stato informato il sindaco Andrea Gnassi. Ma stando alle notizie trapelate, i due poliziotti avrebbero in queste settimane raccolto informazioni soprattutto su Davide Grassi. Ed è stato proprio l’avvocato, alcuni giorni fa, a fare una deposizione in Questura sull’accaduto. Non è stato l’unico sentito sulla vicenda. Gli uffici della Questura hanno ascoltato anche un altro attivista del M5s, per cercare di ricostruire il quadro prima di prendere provvedimenti contro i due poliziotti.
Una delle accuse principali mosse contro i due agenti è quella di aver organizzato riunioni politiche nel posto di polizia presso la prefettura. Un’iniziativa a cui non ha preso parte (è bene specificarlo subito) il poliziotto di guardia alla prefettura che ha litigato con Gnassi il 20 novembre scorso e poi l’ha denunciato. I protagonisti di questa vicenda sono altri, e a loro viene rimproverato di aver fatto attività politica durante le ore di servizio e per di più nel posto di polizia presso il palazzo della prefettura.
Ma l'accusa più grave, confermata dallo stesso Grassi, è il dossier che i due poliziotti avrebbero preparato nei suoi confronti e anche contro il sindaco Andrea Gnassi. Di fronte a ipotesi così gravi, la Questura ha deciso di consegnare immediatamente tutti gli atti sia al ministero dell’Interno che alla Procura di Rimini.
Ancora non è stato aperto un fascicolo vero e proprio, ma i magistrati sono stati informati della situazione e anche dei provvedimenti presi dalla questura contro i poliziotti (il trasferimento in altri uffici e l’avvio di un procedimento disciplinare) e vorranno vederci chiaro.
Restano ancora da chiarire diversi aspetti di questa vicenda, che la Questura e la Procura hanno tentato fin qui di tenere segreta, vista la delicatezza della situazione. Di sicuro, nel mirino dei due poliziotti c’erano soprattutto il sindaco e il candidato dei cinque stelle. La raccolta di informazioni sarebbe stata mirata a trovare notizie per screditare entrambi, in vista di una campagna elettorale che prima ancora di entrare nel vivo sta riservando sempre più colpi di scena.