Miramare (Rimini), 27 agosto 2017 - "Ubriachi e drogati". Per il questore di Rimini, Maurizio Improta, le belve del branco erano sicuramente reduci da una notte di eccessi che hanno avuto il loro epilogo in una violenza feroce. Sono decine gli agenti messi in campo sulle tracce degli stupratori, molto probabilmente magrebini. Ogni volante ha sul cruscotto la loro descrizione e la riviera è attraversata dai lampeggianti.
Una Rimini attonita e ferita, fino a ieri passata indenne da questa lunga e affollatissima estate calda. Solo nel 2015 c’erano state una serie di violenze che avevano terrorizzato il Riminese. Tre i casi di stupro avvenuti nell’arco di pochissimi giorni, tanto che la questura aveva istituito una squadra speciale. Alla fine gli autori erano stati tutti arrestati. Questa volta però la paura ha un sapore diverso. L’idea che un branco feroce stia girando indisturbato tra il mare e la Statale è come se avesse messo la città sotto una cappa di spavento.
Da ieri mattina all’alba non c’è spiaggia, colonia, giardino e strada in cui le forze dell’ordine non stiano cercando. Qui i nordafricani sono tanti, alcuni stanziali, altri arrivati negli ultimi mesi. I controlli delle divise sono frequenti e serrati, soprattutto nei parchi, dove spesso bivaccano.
Ma le vittime hanno dato una descrizione piuttosto precisa dei quattro aggressori: quasi certamente si tratta di magrebini, giovani e, hanno raccontato, non avevano l’aria dei senzatetto, almeno non a giudicare da come erano vestiti. Ma gli investigatori della Mobile contano soprattutto sui filmati delle telecamere delle zone che il gruppo ha attraversato. Hanno acquisito tutte le riprese seguendo la scia della loro violenza, e le stanno visionando senza sosta, con la certezza che riusciranno a dare un volto a quegli animali feroci.
Indizi importanti sarebbero già stati trovati anche dalla Scientifica sulla spiaggia dove è stata violentata la ragazza, reperti che potrebbero inchiodare le belve.
«Gli autori dell’aggressione e degli stupri sono sicuramente giovani – dice Improta – e non escludo reduci da una notte di sballo con abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti che ha scatenato la violenza in un’area poco illuminata. L’impegno degli investigatori della questura dalle prime ore dell’alba è stato ed è totale. Per quei giovani è stato un incubo, ora mi auguro che un incubo lo diventi per gli autori del gesto».
La ragazza violentata: "È stato un incubo, ora voglio solo tornare a casa"
Da tempo qui si dicute sull’obbligo di illuminare le spiagge di notte. «Da quest’estate – continua Improta – con un’ordinanza il Comune ha stabilito l’illuminazione totale sulle spiagge, sia lato mare che strada. Il provvedimento è stato oggetto di polemiche, ma alla fine i più hanno rispettato l’ordinanza del sindaco, non senza qualche multa da parte della polizia municipale. Dove c’è luce c’è meno degrado, e meno degrado vuol dire meno violenza. La rabbia che sento oggi però è quella propria di un padre che ha dei figli della stessa età delle vittime».