ALESSANDRA NANNI
Cronaca

Stupro di Rimini, la polizia indaga su altre violenze

Il branco potrebbe avere già colpito tra Rimini e Pesaro

Le due poliziotte che hanno arrestato il congolese e il nigeriano (Foto Migliorini)

Rimini, 5 settembre 2017 - Altre violenze sessuali, non feroci come quelle che si sono consumate la notte del 25 agosto, ma aggressioni a ragazze che sono state rapinate, avvenute nel corso dell’estate tra Rimini e Pesaro. E’ su questo che stanno indagando gli investigatori della Squadra mobile, perchè il sospetto è che i protagonisti siano sempre gli stessi che dieci giorni fa hanno violentato due donne. Così come stanno approfondendo altre rapine avvenute sulla spiaggia, sempre la notte del 25. 

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Lo 'stile' è lo stesso. Dopo avere circondato la vittima, la picchiavano e si facevano dare soldi e cellulari. Ma se c’era una ragazza, allora allungavano le mani, pesantemente. Per la legge sempre di violenza sessuale si tratta, ma gli aggressori si erano fermati prima che accadesse il peggio. La sera del 12 agosto, una giovane turista si era salvata mettendosi a correre. E lei, li avrebbe già riconosciuti, così come il ragazzo che era con lei. Adesso gli inquirenti dovranno sentire anche tutti gli altri, mostrando loro le fotografie del branco arrestato. Se qualcuna di loro dovesse riconoscerli come gli aggressori, la posizione dei quattro si aggraverebbe ancora di più. 

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Ma la notte in cui si sono consumati i due stupri, sulla spiaggia di Rimini sono avvenute anche altre rapine. E l’attenzione degli investigatori si è focalizzata su tre-quattro colpi. La prima vittima è stato un turista svizzero, poco lontano dal Coconuts, il locale che inizialmente era la meta del gruppo partito da Pesaro. Di lì a poco era toccato invece a due giovani, di 17 e 18 anni, residenti a Bologna e a Parma.

Tecnica identica a tutte le altre: circondati, strattonati e rapinati del cellulare. E uno di questi era quello trovato addosso al congolese. La scia delle rapine è proseguita verso sud, il tragitto che, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, è quello seguito dal branco che alle quattro e mezzo di mattina si trova al bagno 130 e incrocia la strada dei due polacchi. I due ragazzi non avevano cellulari, dopo avere pestato a sangue lui e violentato lei a turno, se n’erano andati con l’orologio Casio e una piccola telecamera.

Questa è stata trovata poi sul luogo dove hanno violentato la transessuale peruviana. Le immagini li riprendono mentre se ne vanno verso la Statale, e qui improvvisamente ‘scompaiono’. Perchè, hanno scoperto ora, è lì che il gruppo è salito sull’autobus che li ha portati fino alla stazione di Riccione, dove hanno preso il treno per rientrare a Pesaro. La notte del branco, quasi certamente è stata quindi molto più lunga di quello che gli inquirenti avevano ipotizzato all’inizio, e il puzzle delle loro scorribande ancora incompleto. 

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