Rimini, 17 marzo 2017 - "Ho la febbre, ma ci sarò lo stesso". Come aveva promesso, Gessica Notaro (foto) questa mattina si è presentata per la prima volta al tribunale di Rimini, mostrando come è stata ridotta dall’agguato con l’acido del 10 gennaio scorso per cui è in carcere l'ex fidanzato Edson Tavares. Per l'uomo, che non era presente, gli avvocati Andrea Tura e Riccardo Luzi hanno presentato una richiesta di perizia psichiatrica per rischio suicidio, non accolta dal giudice per l'udienza preliminare Sonia Pasini. L’udienza di oggi (che si è svolta a porte chiuse) non riguardava l’aggressione, ma le accuse di minacce e stalking di Tavares contro la 28enne riminese e un suo amico e di maltrattamenti al cane della ragazza. Minacce che avevano portato all’ammonimento di Eddy e all’obbigo di stare ad almeno 50 metri di distanza dalla sua ex fidanzata, anche se la Procura aveva chiesto ai giudici di arrestarlo.
Gessica è arrivata in tribunale intorno alle 8.40, seduta sul sedile posteriore di un'auto guidata dal suo manager Mauro Catalini. Il volto nascosto dal cappuccio del giubbotto, da una sciarpa e dagli occhiali da sole, la 28enne è entrata da un ingresso secondario. All'interno del tribunale, una folla di giornalisti è rimasta in attesa fuori dall'aula. La ragazza se ne è andata poco prima delle 12 perché affaticata, uscendo dall'aula da una porta secondaria.
Oggi il giudice Gup ha deciso di rinviare a giudizio Tavares per le accuse di minacce e stalking e ha anche deciso di ammettere la richiesta di costituzione di parte civile della Regione per violenza di genere. La prima udienza del processo, che si svolgerà con il rito ordinario, è in programma per il 27 aprile.
Il processo per l’agguato sotto casa di Gessica con l’acido va ancora fissato. La Procura non ha ancora chiuso le indagini, ma non dovrebbe mancare molto. Al processo il pm che si sta occupando del caso, Marino Cerioni, chiederà che anche l’Ausl venga considerata parte offesa contro Tavares. Secondo l’interpretazione del magistrato, Tavares deve risarcire l’Ausl per i gravosi costi sostenuti per curare Gessica. La tesi che il pm porterà a sostegno della sua richiesta è il fatto che tutte le spese dell’Ausl per le cure, le terapie e gli interventi chirurgici subiti da Gessica siano stati causati dal folle gesto di Tavares. In buona sostanza si vuole dimostrare che l’agguato del 10 gennaio non ha soltanto ferito e segnato Gessica per sempre, ma ha pesato su tutta la collettività per le cure sanitarie che la ragazza ha dovuto ricevere in seguito a quell’episodio. È la stessa motivazione di fondo che ha spinto il Comune di Rimini e la Regione a costituirsi parte civile: secondo i due enti infatti l’aggressione a Gessica è stata una ferita inferta a tutta la comunità riminese ed emiliano-romagnola, e in particolare all’attività per prevenire la violenza sulle donne.