Rimini, 19 novembre 2016 - «Il professore ha cercato di umiliare mio nipote di fronte a tutta la classe. Ora il docente deve chiedergli scusa: non mi sembra assolutamente il modo corretto di educare un ragazzo». È questo lo sfogo del nonno di uno studente di prima superiore che frequenta l’Isiss «Gobetti - De Gasperi» di Morciano di Romagna.
L’uomo ha deciso di scrivere al preside dell’istituto, Giuseppe Ciampoli, ai carabinieri della stazione di Morciano, oltre che al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e al Dipartimento cure primarie servizio tutela minori dell’Ausl di Rimini, per far luce su un episodio che sarebbe accaduto nei giorni scorsi.
Nella lettera viene ricostruita la versione dello studente, così come riferita il 16 novembre scorso proprio al nonno. Tutto sarebbe partito da «un banale diverbio con il professore durante l’orario di lezione». «Una volta tornato al mio posto – questa la confessione fatta al nonno dal ragazzo, così come viene riportata nella lettera – il docente mi ha ordinato di alzarmi in piedi e, di fronte a tutti i miei compagni di classe, di pronunciare la seguente frase: ‘Io sono un ignorante’. La volontà era chiaramente quella di umiliarmi. Io gli ho risposto: ‘Sono intelligentissimo’».
Qui termina il racconto dello studente e inizia la protesta del nonno. «Di fronte a questo atteggiamento da parte del docente, provo un forte senso di vergogna – si legge nella lettera –. E’ forse questa la nostra ‘Buona Scuola’? Mi rivolgo alle istituzioni affinché il giovane venga tutelato nel modo più opportuno. Chiedo che l’insegnante in questione porga le sue scuse al ragazzo, pubblicamente davanti a tutta la classe e in presenza dei genitori e del dirigente scolastico. Inoltre, che simili episodi non si ripetano più».
«Mio nipote – aggiunge il nonno – è un ragazzo vivace ed esuberante, ma anche educato e rispettoso. A suo dire, il docente lo avrebbe rimproverato e poi cercato di punire per aver indossato in classe un cappellino. Da quel che ho capito, il ragazzo ha tenuto in testa il cappellino solo per pochi secondi, il tempo di liberare l’appendiabiti e di spostare la sua cartellina di educazione tecnica. Forse ha sbagliato, ma ciò non toglie che la reazione dell’insegnante, se così si sono svolti i fatti, sia stata esagerata».
«Ho parlato con i miei collaboratori – spiega il dirigente scolastico dell’istituto morcianese, Giuseppe Ciampoli – e mi hanno riferito di non aver ricevuto alcuna segnalazione riguardante questo caso. Ovviamente, non avendo informazioni certe, non possiamo esprimere giudizi o saltare ad eventuali conclusioni. Sarà comunque nostra cura compiere le opportune verifiche».