Rimini, 11 agosto 2016 - "Vieni solo tu". Il magrebino e la ragazza si spostano di qualche metro rispetto al gruppo e si piazzano dietro un alto cipresso. L’albero non è largo abbastanza per nascondere lo scambio della bustina.
Parco Cervi alle quattro del pomeriggio di ieri. Un’immagine moltiplicata per dieci, quindici volte nello spazio verde a ridosso dell’Arco d’Augusto. Gli spacciatori nordafricani cominciano ad arrivare appena spiove, quasi si fossero dati appuntamento spuntano uno dopo l’altro come un brulicare. Quasi tutti sono in bicicletta, piuttosto alla moda, auricolari e uno-due cellulari a testa: è l’ora degli affari. Il giardino pubblico è il loro ufficio a cielo aperto. Qualcuno è solo, altri stanno in gruppo. Quattro giovani si avvicinano a uno dei più ‘tirati’, quasi completamente vestito di nero, magro come un chiodo e berrettino con visiera in testa. Due delle ragazze hanno sui 18-19 anni, le altre non sono invece nemmeno maggiorenni. Ma è una sola che bacia il nordafricano su entrambe le guance e si apparta con lui per comprare hashish o marijuana per tutte. Un altro ragazzino aspetta invece seduto tranquillo su una panchina. Quando vede arrivare il ‘suo’ venditore, apre il portafoglio, paga il dovuto e ottiene in cambio la ‘canna’. Nessuno fa caso a nessuno, è come essere al mercato, dove ognuno fa acquisti alla sua bancarella preferita.
Fornitori e clienti sono coetanei e si conoscono bene, prima di ogni vendita c’è quasi sempre uno scambio di affettuosi convenevoli. I «ciao fratello» si sprecano. Alcuni passaggi di droga avvengono sotto gli occhi di tutti, in mezzo a turisti, badanti, mamme e bambini che non vedono o fanno finta di non vedere i ‘punti vendita’ dei nordafricani che fanno cerchio sul prato.
La gente è tanta e camminare lì in mezzo in pieno giorno non fa paura. A differenza di quando cala il sole. «Io non mi azzardo sicuro ad attraversare il parco dopo le otto di sera, non sono mica matto» dice uno dei commercianti della zona. «Stanno qui, stazionano per ore e vendono alla luce del sole con una sfacciataggine inquientante – racconta una residente – sono a decine ogni giorno. E’ un’indecenza. E a questo si aggiungono i bivacchi. Non solo al parco Cervi, ma anche intorno all’Arco d’Augusto». Ieri lì ce n’erano solo cinque o sei, la pioggia ha fatto riversare i turisti in centro storico, il monumento romano è pieno zeppo di gente che si fa i selfie. Quando è troppo è troppo anche per gli spacciatori, finire dentro una foto non è il caso. Il lato mare del parco però è completamente colonizzato, tranne che per l’ultimo tratto dove ci sono le telecamere e i giochi per i bambini. Lì non se ne incontra nemmeno uno, come un cambio di scena in un teatro.