Rimini, 17 ottobre 2016 - Ufficialmente era in malattia, impossibilitato a presentarsi sul luogo di lavoro. Ma il suo stato di salute così precario non gli ha impedito però di guidare l’auto, portare i pesi della spesa settimanale al supermercato, accompagnare un cane di grossa taglia a fare i suoi bisognini in giro per i parchi cittadini, ma soprattutto di girare la notte sul lungomare di Rimini alla ricerca di qualche bella signorina con la quale attardarsi per una mezz’oretta, dopo aver pattuito prezzo e prestazione sessuale. La pacchia per il lavoratore infedele di 40 anni, originario della Campania, ma residente nel Riminese, è finita con un licenziamento per giusta causa ed una denuncia per truffa aggravata ai danni, non solo del suo datore di lavoro, ma anche dell’Inail. Addirittura il quarantenne ha già ricevuto la citazione diretta a giudizio per comparire davanti al tribunale monocratico nei prossimi giorni.
E dire che il quarantenne partenopeo poteva ritenersi fortunato. Nel marzo scorso, dopo essere rimasto disoccupato, ha trovato un nuovo posto di lavoro come operaio in una azienda meccanica della Valmarecchia. Neanche il tempo di inserirsi nel nuovo contesto lavorativo che dopo 15 giorni, il dipendente ha inviato un certificato medico al suo principale. Un’infiammazione alle mani con gli consentiva di svolgere nessuna attività manuali Ma dopo i primi 15 giorni di malattia, in azienda è arrivato un secondo certificato causa il peggioramento della patologia.
«Non posso utilizzare le mani, una dolorosa infiammazione non mi consente di svolgere nessuna attività manuale. Non riesco neanche ad afferare una penna o a pettinarmi. Non parliamo poi di guidare l’auto o di aprire una bottiglia. Non posso fare nulla». si era giustificato l’operaio. Dopo due mesi di assenza dal posto di lavoro, il proprietario ha però voluto vederci chiaro ed ha assoldato un investigatore privato per capire che cosa si nascondesse in realtà dietro alla malattia del neoassunto. E la scoperta è stata eclatante. L’investigatore ha potuto documentare con tanto di foto all’imprenditore (che è assistito dall’avvocato Cristiano Basile) che il suo operaio riusciva benissimo a ‘sollevare’ i pesi della spesa alla moglie una volta fuori dal supermarket.
La malattia non gli impediva di portare a spasso al guinzaglio un cane di grossa taglia ed anche di guidare l’auto. E proprio al volante della sua autovettura il 40 enne è stato sorpreso due volte mentre, di notte, sul lungomare faceva salire una prostituta con la quale poi si è appartato in tutta tranquillità. L’imprenditore, assistito dall’avvocato Basile, ha fatto immediatamente scattare il licenziamento per ‘giusta causa’ che non è stato impugnato dalla controparte. In più l’operaio nei prossimi giorni risponderà in tribunale davanti al giudice di truffa aggravata.