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Rimini, barca a vela sugli scogli. Recuperati i corpi dei tre dispersi

Il bilancio è di quattro morti e due persone tratte in salvo. Uno dei due feriti è in riniamazione. l'imbarcazione era partita da Marina di Ravenna

Rimini, le operazioni di soccorso dopo il naufragio della barca a vela (Foto Migliorini)

Rimini, le operazioni di soccorso dopo il naufragio della barca a vela (Foto Migliorini)

Rimini, 19 aprile 2017 - Sono quattro le vittime del naufragio della barca a vela, che ieri pomeriggio si è rovesciata e schiantata sugli scogli mentre cercava di entrare in porto a Rimini. Oltre all'uomo trovato morto ieri, sono stati recuperati anche i corpi dei tre membri dell'equipaggio che risultavano dispersi, come annunciano anche i vigili del fuoco che hanno lavorato per tutta la notte.

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Uno è stato ritrovato presso l'imbarcazione, l'altro incagliato negli scogli, l'altro ancora sulla spiaggia nei pressi del bagno 44. Tutti i membri dell'equipaggio, cinque uomini e una donna sono veronesi. Sono ancora in corso le operazioni di recupero e le identificazioni delle salme. A bordo della barca a vela c'erano il cardiochirurgo Alessandro Fabbri, 67 anni, e la figlia Alessia Fabbri, 38 anni, notaio, il fidanzato di lei, Luca Nicolis, 39 anni, direttore di uno dei più noti locali del centro città, 'La Bottega del Vino'. Gli altri membri dell'equipaggio erano Enrico Martinelli, 68 anni, pensionato, il medico Carlo Calvelli, 68 anni, e Ernesto Salin, 64 anni, originario di Camisano Vicentino. 

I superstiti sono Luca Nicolis e Carlo Calvelli, rimasti in acqua oltre un'ora prima di essere recuperati dai soccorritorie sono giunti all'ospedale Infermi in ipotermia. Calvelli, che è stato recupearato dalla carcassa della barca, è ora ricoverato in rianimazione. Sta meglio invece l'altro superstite, Luca Nicolis, 40 anni, ristoratore veronese:  "Vi prego, salvate Alessia, la mia fidanzata", ha continuato a ripetere Nicolis, mentre veniva portato via in ambulanza.

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Il ‘Dipiù’, imbarcazione immatricolata a Monfalcone, era salpata ieri mattina da Marina di Ravenna verso Trapani con sei persone a bordo, tutti della provincia di Verona. Tra i corpi recuperati ci sono anche il proprietario della barca, Alessandro Fabbri, noto cardiologo di Verona, e la figlia Alessia che era in viaggio assieme al fidanzato: il primo a essere tratto in salvo. Gli uomini della Capitaneria di porto lo hanno trovato sulla barriera di rocce, all’altezza del fanale rosso, a pochi metri dalla carcassa capovolta della barca.

«Ho visto quella barca che si avvicinava al porto – racconta un testimone –. Non sembrava in difficoltà, anche se le condizioni del mare erano piuttosto proibitive. Poi a un tratto è stata sollevata da un’onda ed è piombata sugli scogli. Ho subito pensato: qui è successa una tragedia!».

L'equipaggio aveva chiesto via radio di poter attraccare e gli era stata concessa l’autorizzazione. Ma la corrente e le onde l’hanno sbattuta contro la scogliera ribaltandola. Le ricerche sono continuate senza sosta per tutta la notte. Oggi, la procura di  Rimini ha aperto un fascicolo per naufragio colposo al fine di accertare le cause che hanno provocato il tragico incidente.