Rimini, 10 febbraio 2014 - PER TUTTI era ormai diventato ‘il sorcio’. Per colpa dei suoi compagni di scuola e di Facebook, il 15enne non ce l’ha fatta più. Non solo ha lasciato la scuola, ma ha deciso anche di tornarsene da dove era venuto. Sotto inchiesta, con l’accusa di diffamazione, ci sono almeno quattro coetanei riminesi, anche se le indagini non sono ancora finite.

ORMAI non passa giorno che qualche genitore non si rivolga alle forze dell’ordine perchè il figlio o la figlia è perseguitato sul web. Una ‘piazza’ enorme, dove puoi diventare in un attimo quello che non sei. Preso in mezzo, deriso, sbeffeggiato e umiliato, come solo i ragazzini sanno fanno, senza nemmeno rendersi conto dei danni che fanno. Adessa basta veramente poco, un piccolo difetto fisico o, come nel caso della giovane vittima, i denti un po’ sporgenti.

Lui, arrivato dalla Sicilia, frequentata la prima di un istituto superiore del riminese. All’inizio la presa in giro si limitava all’aula scolastica, battute sui quegli incisivi un po’ in fuori che gli avevano valso il soperannome di ‘sorcio’. Lui ingoiava amaro, offeso dai quei compagni di scuola che offrivano tutto tranne solidarietà. Faceva buon viso a cattivo gioco, fino a quando quel ‘nome’ che gli avevano stampato addosso non se l’è ritrovato su Facebook. Lì aveva perso del tutto la sua vera identità, e per tutti era diventato il ‘sorcio’. «Il sorcio è partito», «il sorcio è appena tornato». Nessun dubbio che parlassero di lui, e i commenti si sprecavano e si allargavano a un ‘mondo’ che è sì virtuale, ma a volte fa più male di quello vero. Quasi ogni giorno era un’umiliazione, ma di fronte a internet si è quasi impotenti. Per un 15enne è quel genere di sofferenza che non passa, e mentre lui si faceva sempre più piccolo, i bulli continuavano lo scherno sul web.

FINO a quando ha capito che non e l’avrebbe più fatta. Si è confidato con i genitori, e quando questi hanno visto il grado di dolore del ragazzino, hanno deciso di andare a denunciare i persecutori. Gli investigatori ne hanno identificati fino ad ora almeno quattro, ma le ‘ricerche’ non sono ancora finite. Nel frattempo però, il bersaglio delle loro cattiverie ha deciso che in quella scuola non ci poteva più tornare. Così ha fatto le valigie e se n’è andato via anche da Rimini.

al. na.