Rimini, 29 agosto 2012 - Fiabilandia oggi è a rischio chiusura. Lo fa sapere oggi la proprietà del parco di divertimenti riminese, dopo l’allarme lanciato dalla Cgil (tremano una cinquantina di addetti) che per domani ha proclamato sciopero e presidio di fronte alla struttura di Rivazzurra chiedendo un incontro al sindaco Andrea Gnassi.
“La riduzione dei costi - spiega a Icaro Tv il consulente Osvaldo Paci, amministratore delegato della società Alfa 3000, cui fa capo anche lo zoo safari 'Le dune del delta' di Ravenna - passa attraverso una minor quantità di persone che lavoreranno nel parco per una durata di rapporto di lavoro minore. O noi con le organizzazioni sindacali troviamo un punto di incontro sul percorso, oppure chiuderemo il parco e cercheremo di trovare qualcuno che lo compri. Se non lo troviamo il parco resterà chiuso. Dobbiamo ripensare il parco senza fargli perdere la connotazione che ha, visti i suoi oltre 30 anni di vita. Questo influirà naturalmente anche sull’apertura”.
Però proprio quest’anno è stato aperto il parco ravennate 'Le dune del delta': “È stato un percorso lungo, durato nove anni e una serie di battaglie burocratiche. È stato solo per questo che un parco che avrebbe dovuto aprire almeno cinque anni fa viene a trovarsi ad aprire proprio quest’anno in piena crisi”, conclude il consulente.
La crisi di Fiabilandia, il parco di divertimenti di Rivazzurra di Rimini, mette a rischio i suoi attuali 51 dipendenti di cui 41 stagionali. Dopo che in un incontro lo scorso 23 agosto, riporta oggi la Cgil, la proprietà del parco ha riportato ai sindacati la volontà di ridimensionare la struttura, i lavoratori di Fiabilandia sono entrati in stato di agitazione sindacale e la Filcams Cgil ha proclamato un primo sciopero di mezza giornata per domani, con presidio di fronte al parco dalle 8.30 alle 10.30 (parteciperanno anche gli addetti della societa’ di ristorazione Gesti Leader srl). E dato che “il parco Fiabilandia rappresenta un pezzo peculiare ed unico dell’offerta turistica di Rimini”, continua l’organizzazione dei lavoratori, e’ stato chiesto al sindaco Andrea Gnassi “un incontro per esporre la situazione e le gravi conseguenze che rischiano di derivare dalle scelte della proprietà”.
Ma come cambierà il parco di divertimenti? “Quello che ci è stato esposto riguarda l’intenzione di ridurre il numero delle attrazioni, ridurne il personale, accorciare la stagione di apertura portandola sostanzialmente a tre mesi, eliminare le aperture serali, procedere alla trasformazione di tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in stagionali, licenziare perciò tutto il personale fisso, avviare una riorganizzazione societaria e ridurre il costo del personale per le mansioni oggi annuali”, scrive in una nota il segretario Filcams Mirco Botteghi. Che rimarca: “Crediamo che di questo passo ci si avvii verso il declino e la destrutturazione del parco, che non potra’ ripartire ma piuttosto si impoverira’ sia come offerta che come risultati della gestione. Al contrario, occorrerebbe mettere in campo tutte le azioni utili a rilanciare il parco con un progetto di manutenzione profonda, anche estetica, delle attrazioni e delle strutture”.
Fonte Dire
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